Premessa: recentemente ho sentito parole “pesanti” contro il sottocosto nella grande distribuzione.
STORIA:
da ex distributore vorrei ricordare che il sottocosto non nasce per “volontà” della gdo, ma a scaffale, quando – negli anni ’80, le “grandi marche” (o marche leader) facevano “il bello ed il cattivo tempo” nella distribuzione.
Le marche decidevano:
- in quale circuito collocare i loro prodotti (profumerie, negozi specializzati, farmacie, supermercati o ipermercati * ).
- quali margini dare alla gdo (con “prezzo consigliato”, con un 30% di partenza che, spesso, scendeva dopo pochi giorni.
- quali articoli promuovere.
- quando farlo.
* i discount sarebbero arrivati più tardi. Per le farmacie vedi il caso del latte per neonati (dove abbiamo fatto condannare dall’antitrust Nestlè ed altri).
Noi, in Esselunga, vendevamo il Dash, la Coca-Cola, la pasta Barilla, la Nutella Ferrero etc. in sottocosto permanente.
Sui nostri scaffali, senza pubblicità alcuna.
Non perchè ci piacesse ma perchè le marche leader si facevano la guerra per grande distribuzione interposta (vedi, ad esempio Coca-Cola contro Pepsi).
Poi, negli anni ’90, sono arrivati i discount.
Sono cambiate le promozioni (ad esempio ho personalmente eliminato il 3X2 in Esselunga nel 1997), con l’apparizione del sottocosto.
I discount si sono rafforzati con la grande crisi finanziaria (2008-2010) mentre le grandi marche si sono indebolite.

2020- 2021
Che oggi la situazione, aggravata da una crisi economica pazzesca, abbia portato ad un peggioramento qualitativo di alcune categorie merceologiche, sia fuori controllo, nei prezzi e nelle regole (le promozioni sottocosto dovrebbero essere dichiarate ma molto spesso non lo sono. Ciò vale per i discount ma anche per i supermercati) è cosa evidente per molti.
E arriviamo alle nuove regole contro le pratiche sleali.
Tutto dipenderà da
- CHI aderirà a questa intesa (segnaliamo in proposito : Accordo su filiera agricola e pratiche sleali: il testo integrale. Eurospin non firma) E aggiungo : oltre ai discount, serebbe importante aderissero anche i cash and carry ed Amazon
- SE gli enti preposti (ICQRF , organo del ministero delle politiche agricole, dipendente dal ministro Stefano Patuanelli o altri) riusciranno a far rispettate queste norme.
In merito al “SE” sarebbe importante capire quali saranno gli strumenti per controllare la situazione.
Qui c’era la mia proposta (Osservatorio dei prezzi) ma ce ne sono anche altre interessanti.
Nel caso questi accordi – nella pratica – non funzionassero, forse a molti agricoltori converrà veramente seguire il consiglio di Fruitbook Magazinee “smettere di produrre fragole“
Leggi anche il seguito di “I supermercati ci stanno ammazzando”.
Lo dico perchè, quando era ministro Pierluigi Bersani, partecipai all’elaborazione delle regole sul sottocosto e lo “spettacolo” bizantino della politica e delle associazioni non fù dei migliori, per mancanza di chiarezza, tentativi di non applicare regole, etc.

Un’intesa vera, non solo sulla carta – con la UE che magari ci rincorre e sanziona l’Italia per inadempienza – credo convenga a tutti : agricoltori, produttori industriali e distributori perchè “se Sparta (l’agricoltura) non ride – affatto – Atene (la grande distribuzione) rischia di piangere sommessamente nel futuro”.
Anche perchè la crisi è appena iniziata, è ripartita l’inflazione, e non sempre sarà semplice fare le controcifre del 2020 (la discesa del fatturato è già iniziata).
E i supermercati- superstore -ipermercati della gdo stanno perdendo marginalità, anno dopo anno, perchè si appiattiscono, alla rincorsa dei discount.
Sotto una pubblicità esemplificativa del Pam, a Milano. Ma si tratta di un problema generalizzato , vedi GDO italiana : promozioni e volantini sempre uguali

Tutto ciò ha un senso?
A guardare l’EVOLUZIONE del RISULTATO OPERATIVO sotto si direbbe di no.
E allora, suggerisco che ognuno faccia il suo mestiere:
- i discount facciano i discount, con delle regole condivise con il resto della distribuzione, però.
- i supermercati offrano prodotti con un rapporto qualità/prezzo da supermercati.
Tra l’altro alcune catene di discount si muovono in modo evoluto, leggi in proposito : Aldi, fragole e co.: sul volantino non va in scena il prezzo ma la sostenibilità. E pare siano ormai favorite dall’Industria di Marca.
Per approfondire sul report di Mediobanca leggi : Mediobanca: i nodi della grande distribuzione sono strutturali, questo è il new normal

Anche perchè la ricorsa dei prezzi sempre più bassi porta a rischi per la salute dei consumatori.
E fare il “proprio mestiere” significa, secondo me “andare alla fonte : capire i prodotti, creare partnership di lungo periodo, non acquistare dagli stockisti (venditori di scarti (*) ) ma da produttori qualificati.
Anche in Esselunga c’era una linea di “primo prezzo”, per contrastare i discount, ma poi avevamo anche una gamma ampia, per soddisfare ogni tipo di consumatore. Ricordo il rilancio di Naturama, il lancio di Esselunga Bio.
Ma anche di Terre d’Italia da parte di Carrefour o Il Viaggiator Goloso da parte di Unes.
(*) presenti in tutti i settori, mio padre me ne parlava a proposito del tessile, ma ci sono anche in frutta e verdura, ne avevo accennato anche a Presa Diretta.
Inoltre il caso Auchan dovrebbe far riflettere. Leggi in proposito : Auchan : “cronaca di un disastro annunciato”. In Italia vende a Conad.
Conclusione :
Leggo che la GDO vorrebbe e dovrebbe avere “più peso politico”.
Dimostri prima di saper cambiare e di saper agire con lungimiranza e maturità, affrontando i propri problemi. Sull’argomento puoi leggere : Alberto Frausin neo presidente di Federdistribuzione. Il nodo della rappresentanza nelle istituzioni
Ovviamente questo vale anche per il comparto agricolo e di trasformazione. Mio nonno diceva che gli affari si fanno in due, ma qui gli attori son tre e credo sia giusto cercare un equilibrio tra le parti. Anche perchè ne va del futuro della qualità del cibo Made in Italy.
Seguono allegati.

Di seguito il testo della CIA Agricoltori Italiani sull’intesa sulle pratiche sleali.
Intesa tra Distribuzione e Agricoltura contro le pratiche sleali nella filiera agroalimentare
02 Marzo 2021
Per una competizione sana a vantaggio del consumatore. Cia tra i firmatari
Le imprese del comparto distributivo rappresentate in ANCC-Coop, ANCD-Conad, Federdistribuzione, insieme a ADM-Associazione Distribuzione Moderna, hanno raggiunto una serie di intese con le organizzazioni agricole sui principi comuni utili all’iter legislativo di recepimento della Direttiva europea sulle pratiche sleali. Firmatari del mondo agricolo: Alleanza delle cooperative agroalimentari, Cia-Agricoltori Italiani, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri e Filiera Italia.
La fase di grande difficoltà determinata dalla pandemia richiede a tutti i soggetti l’assunzione di nuove responsabilità a sostegno del Paese; in questa direzione si muove questa intesa che nasce dall’intenzione di tutelare gli operatori che praticano comportamenti corretti in ogni comparto delle filiere agroalimentari italiane e rappresenta un’ulteriore fase di collaborazione tra le organizzazioni coinvolte a sostegno dell’agroalimentare italiano, a difesa dei consumatori, delle imprese e dei lavoratori dell’intero settore. Occorre tutelare al meglio i consumatori e i produttori, assicurando qualità e giusto prezzo e favorendo la sostenibilità economica di tutti i comparti della filiera.
Entrando nel dettaglio (*in calce il contenuto integrale), l’intesa tra distribuzione e agricoltura si concentra sull’effettivo recepimento della Direttiva Ue mantenendo il concetto di reciprocità, quindi di tutela, prevista a livello nazionale, nei confronti di tutti gli operatori della filiera, analogamente contempla il principio di riservatezza nella denuncia delle pratiche commerciali sleali, e il diritto alla difesa, oltre alla configurazione di sanzioni dissuasive proporzionate e tali da non compromettere la continuità delle imprese e il loro equilibrio economico (tenendo comunque conto dell’ eventuale reiterazione da parte degli operatori di tali pratiche sleali). Tra i punti principali l’intesa rigetta l’uso delle aste on line al doppio ribasso, riconsidera il tema delle vendite sottocosto limitandole a casi specifici, introduce specifiche sui pagamenti e rimanda a un Ente incaricato dell’applicazione e controllo della normativa in questione che possieda opportuni requisiti di autonomia ed esperienza, quale ad esempio l’ICQRF.
L’intesa fra Distribuzione e Agricoltura si affianca alla precedente intesa raggiunta nel novembre scorso tra Distribuzione e Industria del Largo Consumo, sempre in ambito di recepimento della stessa Direttiva Ue nell’attuale quadro normativo nazionale.
Foto sotto : una manifestazione di agricoltori scontenti per le pratiche sleali (unfair).

Documento integrale
* LA FILIERA AGROALIMENTARE PER L’APPLICAZIONE DELLA DIRETTIVA SULLE PRATICHE COMMERCIALI SLEALI
La filiera agroalimentare ha una rilevanza socio-economica di primo piano nell’economia italiana e persegue obiettivi di correttezza e lealtà tra i soggetti che cooperano al suo interno, al fine di assicurare il contrasto alle pratiche commerciali sleali. Agire su questo fronte significa incidere sulla possibilità di crescita dei consumi in un rinnovato sistema di equilibrio e trasparenza con positive ricadute sull’occupazione e il lavoro, la valorizzazione dei territori e il benessere dei cittadini consumatori. I prodotti agroalimentari offerti in vendita attraverso le strutture della grande distribuzione organizzata rappresentano, in larga prevalenza, prodotti che hanno una origine o provenienza nel Paese, valorizzano indicazioni geografiche, tradizioni e tipicità e sostengono modelli di approvvigionamento nazionale. Le imprese distributive sono anche impegnate a sviluppare la propria Marca del Distributore valorizzando il rapporto con le imprese agricole e di trasformazione italiane che già oggi rappresentano oltre il 90% della MDD. La MDD è uno degli strumenti per lo sviluppo del sistema agricolo e agroalimentare italiano, fatto soprattutto di PMI del territorio.
È auspicabile una reciproca collaborazione tra tutti gli operatori agricoli, industriali e distributivi della filiera agroalimentare per migliorare ulteriormente l’efficienza della filiera e garantire un’adeguata valorizzazione del prodotto “dal campo alla tavola” in modo tale da assicurare un’equa ed equilibrata remunerazione dei diversi soggetti a partire dagli agricoltori. Al riguardo si ritiene di evidenziare l’importanza della crescita degli operatori agricoli anche attraverso l’organizzazione in forma associata o cooperativa per meglio organizzare l’offerta e la trasformazione dei loro prodotti dal punto di vista economico e di dare un contributo molto importante nella gestione della filiera. Incrementare i comportamenti collaborativi porta benefici a tutta la filiera. Occorre tutelare al meglio i consumatori, assicurando qualità e giusto prezzo, rafforzare la trasparenza delle informazioni rese disponibili, rimuovendo le insidie di un sistema di etichetta “a semaforo” insieme alle indicazioni false e fallaci del made in Italy.
L’Unione europea definisce le nuove sfide dell’economia circolare e della sostenibilità in grado di costruire una più forte alleanza con i cittadini-consumatori nella condivisione dei beni comuni dell’ambiente, della solidarietà e dell’inclusione sociale. Uno strumento fondamentale in questa direzione è rappresentato dall’effettivo recepimento della direttiva sulle pratiche commerciali sleali che impegna le scriventi Organizzazioni a svolgere un ruolo di proposta nei confronti delle istituzioni e di condivisa responsabilità, ritenendo necessario:
- a) mantenere la reciprocità di tutela, prevista a livello nazionale, nei confronti di tutti gli operatori della filiera;
- b) recepire la direttiva valorizzando la disciplina nazionale attualmente in vigore confermando le esenzioni nell’applicazione delle norme di particolari transazioni tra operatori agricoli (ex articolo 1, comma 3, DM 19/10/2012 n. 199);
- c) garantire la riservatezza nella denuncia delle pratiche commerciali sleali, assicurando al contempo un pieno diritto alla difesa;
- d) introdurre nella blacklist lo svolgimento delle aste online al doppio ribasso;
- e) riconsiderare e aggiornare la disciplina sulle vendite sottocosto per i prodotti freschi e deperibili, per rendere la regolamentazione e il contrasto a pratiche sleali più efficaci, facendo salvi quei prodotti freschissimi soggetti a variazioni stagionali o di mercato particolari, anche in ragione di abbattere gli sprechi inevitabili che esistono nella gestione di questi prodotti. La vendita sottocosto di prodotti alimentari freschi, freschissimi e deperibili è ammessa solo nel caso si registri del prodotto invenduto a rischio di deperibilità o nel caso di operazioni commerciali programmate e concordate con il fornitore in forma scritta, salvo comunque il divieto di imporre unilateralmente al fornitore, in modo diretto o indiretto, la perdita o il costo della vendita sottocosto. Il ricorso alle vendite sottocosto può essere ammesso per un numero limitato di iniziative, connesse a situazioni particolari aziendali o di mercato e comunque sempre suscettibili di valutazione di conformità da parte degli Organi di controllo;
- f) favorire sui pagamenti una soluzione che consenta il mantenimento del cosiddetto “fine mese”, senza dilazionare i tempi di pagamento attuali o comprimere le tutele del fornitore;
- g) configurare sulle UTP un quadro sanzionatorio efficace, proporzionato e dissuasivo, ma tale non compromettere la continuità delle imprese e il loro equilibrio economico; tra i criteri di valutazione dovrà essere considerata in particolare l’eventuale reiterazione da parte degli operatori di tali pratiche sleali;
- h) prevedere un modello di mediazione che preceda la fase del contenzioso e che sia effettivamente risolutivo in ragione dell’autorevolezza dei soggetti deputati e degli incentivi procedurali;
- i) L’Ente incaricato dell’applicazione e controllo della normativa in questione deve possedere i requisiti di autonomia ed esperienza per i settori agricolo, dell’industria di trasformazione e della distribuzione organizzata, al fine di garantire equità e correttezza nell’applicazione della disciplina; l’esempio più qualificato a tal riguardo è l’ICQRF (Ispettorato Centrale tutela Qualità e Repressione Frodi); altri Enti o Istituzioni che posseggano idonee caratteristiche possono comunque essere valutati per lo svolgimento di questa importante funzione.
Le scriventi associazioni con il presente documento intendono rivolgersi alle Istituzioni per contribuire alla miglior applicazione legislativa delle norme europee contro le pratiche sleali e per lo sviluppo di una corretta relazione tra tutti i soggetti della filiera agroalimentare.
Per le pubblicità dell’Armando Testa volute da Giuseppe e Violetta Caprotti guarda qui.
Redatto l’8 marzo e aggiornato il 1° Aprile 2021.



