Redatto il 5 novembre 2022, aggiornato il 27 aprile 2024
Partiamo da questo articolo:
Al governo Meloni non gliene frega nulla del cambiamento climatico, e questo sarà un grosso problema
Per molti, come Meloni e Tajani, è un problema minore. Per altri, come Salvini e Santanché, è un problema che non esiste. Per altri ancora, come il neo ministro dell’ambiente Pichetto Fratin, è qualcosa di cui nemmeno vale la pena parlare. Ecco cosa ci aspetta, in tema di cambiamento climatico, per i prossimi cinque anni.
A cura di Francesco Cancellato
Premessa doverosa: come ogni esecutivo, anche quello neonato, guidato da Giorgia Meloni, andrà giudicato per quel che farà, non per quel che ha promesso di fare, o di quel che ci aspettiamo che faccia. Detto questo, gli auspici che questo governo prenda di petto il problema del cambiamento climatico sono davvero ai minimi storici. E no, non è questione di pregiudizi. Basta una breve ricerca su internet, alla ricerca di dichiarazioni sul tema da parte dei neo ministri, per farsi un’idea di quale sia l’andazzo e dei toni, molto simili a quelli di Trump e Bolsonaro.
Partiamo, ovviamente da Giorgia Meloni, neo presidente del consiglio, secondo cui il problema non è il surriscaldamento dell’atmosfera, né sono gli eventi climatici estremi che ne conseguono, quanto semmai, “Il fondamentalismo climatico” che “ci porterà a perdere migliaia di aziende e milioni di posti di lavoro in Europa”.
Una posizione, questa, condivisa da Antonio Tajani, ministro degli esteri e Vicepresidente del Consiglio, per il quale “serve più tempo per la transizione ecologica perché dobbiamo salvaguardare gli interessi dell’industria”, e pure da Giancarlo Giorgetti, neo ministro dell’economia, per il quale “se spingiamo sulla sostenibilità ambientale avremo gravi conseguenze sulla sostenibilità sociale”.
Sono prese di posizione, queste, che esprimono la linea “fossilista” dell’esecutivo e che si sono sostanziate, soprattutto, nel voto contrario di tutti i partiti della nuova maggioranza contro il blocco europeo alla vendita di auto a benzina o diesel a partire dal 2035. O a favore dell’inserimento del gas e del nucleare – sul quale sono tutti favorevoli, senza alcun distinguo – come fonti energetiche rinnovabili. Una posizione ben sintetizzata dal neo ministro della difesa Guido Crosetto, secondo cui, “L’ambiente è un tema fondamentale per il nostro futuro ma non è meno fondamentale l’energia”.
La medaglia d’oro del negazionismo climatico se la giocano altri, però. Nello specifico, Matteo Salvini, ministro delle infrastrutture e Vicepresidente del Consiglio e Daniela Santanché ministro del turismo. Secondo Salvini, che avrà la delega su numerosi capitoli di spesa del Pnrr, “da quando hanno lanciato l’allarme del riscaldamento globale fa freddo, c’è la nebbia. Lo sto aspettando questo riscaldamento globale”. Per Santanché, invece, le manifestazioni dei giovani contro il cambiamento climatico sono “una buffonata per saltare la scuola in massa”.
Unica isola di consapevolezza, in un oceano di benaltrismo e negazionismo, è proprio il ministro con delega al mare e al Sud, Sebastiano “Nello” Musumeci, che nell’estate appena trascorsa, da governatore della regione Sicilia, ha toccato con mano la devastazione indotta dagli eventi climatici estremi: “Come più volte abbiamo ribadito – ha detto Musumeci giusto un anno fa – dobbiamo affrontare gli effetti sempre più evidenti del cambiamento climatico su un duplice piano: con interventi di contrasto al dissesto idrogeologico e con provvedimenti del governo nazionale che, da straordinari, devono diventare ordinari, al pari della non più eccezionale cadenza di questi eventi”.
Speriamo qualcuno lo ascolti, o che l’aria di Roma non gli faccia dimenticare queste sue parole. Soprattutto, speriamo che arrivino alle orecchie giuste. Ad esempio, quelle del ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica – e mai nome di una delega fu più rivelatrice – Gilberto Pichetto Fratin, di cui non si registra alcuna dichiarazione sul cambiamento climatico. Notevole, se si pensa che i prossimi cinque anni – lo dice la conferenza intergovernativa sul clima dell’Onu, non noi – saranno decisivi per l’implementazione di politiche volte a mitigare gli effetti del riscaldamento del pianeta, e per provare a invertire la rotta.
Se il buongiorno si vede dal mattino, insomma, saranno cinque anni torridi. Letteralmente.

Ma un confronto con la Francia, ad esempio, non ci rende, però, più ottimisti sulle politiche di contrasto al cambiamento climatico.
Ma, per ora “l’esecutivo – il governo – fa fatica ad integrare le sfide climatiche nell’orizzonte politico”. Che tradotto in parole povere significa tante belle parole, pochi fatti. E’ quel che i francesi rinfacciano a Macron da anni.
Non a caso Le Monde, il 28 ottobre 2022, titola – riferendosi però al mondo, non solo alla Francia : Clima degli sforzi “terribilmente insufficienti”.

E poi prosegue dicendo che la comunità internazionale non riesce a tracciare un cammino “credibile” per evitare degli effetti incontrollabili, tra i quali un aumento delle temperature di 2,5 gradi entro la fine del secolo.
In Francia, e altrove (ad esempio in Gran Bretagna o negli USA ) almeno se ne parla, nel nostro Paese no.
In Italia non ho letto la notizia da nessuna parte.
Comunque che l’aumento della temperatura sia di 2,5° o di 3,8°, a seconda delle fonti, gli effetti del cambiamento climatico sono ormai visibili un pò ovunque, in Italia come in Francia. E tutto ciò influirà sull’agricoltura, il cibo, l’inflazione etc. In sostanza sulle nostre vite.
Leggi anche : L’Europa si scalda a un ritmo doppio rispetto alla media.
N.B.: a marzo 2023 Giorgia Meloni ha detto in parlamento che non nega il cambiamento climatico ma che non vuole “danneggiare l’economia o causare disoccupazione”.
Ciò detto i fondi per tutelare l’ambiente farebbero parte del PIL se solo venissero usati : l’ambiente dimenticato: otto miliardi non spesi e task force mai nate.
Non bisogna contrapporre economia ed ambiente, che sono invece interconnessi.
Dobbiamo avviare una transizione graduale e sensata, senza ideologismi inutili perchè il riscaldamento globale sta aumentando a un ritmo senza precedenti
Sotto : Macron viene accusato di non avere come priorità il clima, Le Monde settembre 2023. Dall’anno scorso non è cambiato niente.

E ad aprile 2024 sull’ultimo discorso di Macron alla Sorbona : Clima e ambiente relegati in secondo piano nel discorso di Emmanuel Macron sull’Europa.
Tornando in Italia, Il muro contro muro del governo con le organizzazioni ambientaliste continua con la legge per il ripristino della natura, avversata dall’attuale governo.
Sotto le affermazioni di Francesco Lollobrigida e della direttrice generale del WWF che dice non riuscire a farsi ascoltare, anche su progetti concreti (es.: rinaturalizzazione del Po, 360 milioni in 5 anni): il governo sembra essersi già dimenticato quel che è appena successo in Emilia- Romagna.
Secondo l’autorevole quotidiano l’80% degli habitat naturali europei è in “cattivo stato”. E tutto ciò avviene mentre l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) apre la strada alla riautorizzazione del glifosato (138’000 cause per cancro negli USA).
p.s.: la conferma di quanto affermo arriva qui : “Tra i progetti che escono dal PNRR anche alcuni relativi al contrasto del dissesto idrogeologico con circa la metà dei fondi inizialmente previsti per l’obiettivo, ovvero 1,3 miliardi su 2,5, che sono stati cancellati”.
Si abbandonano lavori che servono all’economia, al Paese tutto.
Interessante il punto di vista di Legambiente :
“.. Dentro Confindustria a pesare di più sono gli interessi di poche, grandi aziende energetiche…”.
Trovo stimolante anche questo spunto trovato su The Economist:
lo scetticismo climatico – prevalente tra gli elettori di Meloni – pone il primo ministro di fronte a un dilemma elettorale: un sondaggio dello scorso anno ha rilevato che l’opinione che il cambiamento climatico sia causato dall’uomo è più ampiamente accettata in Italia, dall’82% delle persone, che in qualsiasi altro paese europeo intervistato (in Norvegia era il 61%).
Purtroppo però la vicenda della negazionista Lo Palo – 2023- sembra ampiamente confermare quanto detto all’inizio ndi questo articolo e cioè che questo governo la pensa esattamente come lei!
Dopo la sfiducia del Consiglio regionale a Lucia Lo Palo, grazie anche al voto di almeno otto franchi tiratori nelle file della maggioranza di centrodestra, Fratelli d’Italia fa quadrato intorno alla presidente di Arpa, l’agenzia regionale per la protezione e l’ambiente. Finita sotto accusa per aver affermato tra l’altro che «non credo che il cambiamento climatico sia frutto dell’uomo» (Repubblica 16 novembre 2023).
La riconferma arriva dalla manovra di bilancio Il governo taglia i fondi per l’ambiente. Soldi per il ponte di Messina e non per risanare la rete idrica e da queste dichiarazioni : Meloni alla Cop28 si scaglia contro il “cibo sintetico”, che sarebbe “destinato ai poveri”. Sulla battaglia ideologica inutile di questo governo contro la carne sintetica leggi questo articolo.
Ad oggi, aprile 2024, dei 4,38 miliardi di euro previsti per acqua e tutela del territorio e per la gestione del patrimonio idrico non si sa più nulla.
Grazie a Guido Barendson



