Milano il 14 agosto 2010, aggiornato il 16 aprile 2024, data in cui ho finalmente trovato il nome del capitano dei servizi segreti francesi di cui parlo nel mio libro, pubblicato negli anni’80 da Franco Angeli :
la spia si chiamava Henry Clairval, pagina 75, nota 72.
Genesi di “Alto Adige o Sudtirol?”
La questione altoatesina o sudtirolese dal 1945 al 1948 e i suoi sviluppi:
studio degli archivi diplomatici francesi”.
Di Giuseppe Caprotti. Franco Angeli , 1988 (tre edizioni).
Il 25 maggio 2010 si è spento Silvius Magnago, punto di riferimento degli alto atesini di lingua tedesca per più di quattro decenni. Aveva 96 anni.
Il suo decesso e i continui richiami politici al federalismo mi hanno fatto tornare in mente la genesi della mia tesi di laurea (maitrise in francese), diventata successivamente un libro.
Ricordo che al primo incontro con gli studenti che volevano laurearsi con lui, il professor Jacques Bariéty , che era a capo del Centro di studi e di ricerche sulla Germania contemporanea della Sorbona, mi fece capire molto chiaramente che desiderava che mi occupassi della questione: ero italiano e il Quai d’Orsay (*), ospitava una gran quantità di documenti riguardanti la questione dell’Alto Adige.
(*) Quai, letteralmente lungofiume o molo.
In questo caso indica il Ministero francese degli Affari degli Esteri (in foto sopra) come invece, per esempio, il nome Quai des Orfèvres indica il Palazzo di Giustizia.
Il Quai d’Orsay si trova nel settimo arrondissement (divisione amministrativa, con tanto di sindaco locale) di Parigi, sulla riva della Senna e il nome Orsay deriva da Claude Boucher, signore d’Orsay, sindaco di Parigi dal 1700 al 1708.
la mia tessera per entrare agli archivi del Ministero degli Affari Esteri (il Quay D’Orsay)
La ragione per cui c’era una gran quantità di archivi è semplice: i francesi dopo la seconda guerra mondiale occuparono per 10 anni, come i russi, gli inglesi e gli americani, una porzione dell’Austria.
Ai francesi toccò il Tirolo del Nord ed installati a Innsbruck (v. sopra- documento tratto dal mio libro, come quello sotto – mentre i sovietici erano a Vienna, gli americani a Salisburgo e gli inglesi a Klagenfurt), osservarono, e intervenirono nelle vicende sudtirolesi fino al 1955, non nascondendo le loro simpatie filo – austriache.
Uno dei problemi sollevati dagli austriaci: le comunicazioni tra Nord e Est se il Tirolo del Sud fosse finito definitivamente all’Italia
Fonte: Ministère des Affaires Etrangers (MAE)
A tal proposito si parlò anche di una spia francese, il capitano Henry Clairval, mandato nella regione a fomentare disordini (vedi anche il pezzo sull’argomento, pubblicato su La Stampa, alla fine di questo articolo).
Spy stories a parte, la questione era resa più interessante dal fatto che si trattava di una questione locale ma eminemente europea : all’epoca gli screzi su questa vicenda bloccavano l’adesione alla CEE dell’Austria che aveva bisogno dell’appoggio dell’Italia per entrarvi.
Venendo dall’ A.P. (année préparatoire) di Sciences Po. (Institut d’Etudes Politiques o IEP) e da tre anni di studi storici alla Sorbona (sotto la mia carta universitaria dell’ultimo anno) mi tuffai molto volentieri in una questione che all’epoca era molto attuale e aveva risvolti politici, giuridici ed economici importanti.
Lo studio degli archivi iniziò a fine 1984 e mi laureai nel giugno 1986 con la mention très bien , ovverossia il massimo dei voti ( la lode in Francia non esiste).
Nell’aprile 1987 venni a sapere dal mio professore che il capo archivista del Ministero degli Esteri francese, Georges Dethan, aveva usato alcuni brani del mio lavoro e li aveva pubblicati, senza la mia autorizzazione né quella di Bariéty, su la “Revue d’Histoire diplomatique”. L’articolo era firmato dal prof. Pierre Guillen
Come si può vedere Guillen mi aveva citato ma Bariéty, arrabbiato per la poca delicatezza di Dethan e preoccupato che pubblicassero un libro con il mio lavoro mettendoci la firma altrui, mosse “mari e monti” tanto che fui contattato dal professorEnrico Serra, capo del servizio storico e documentazione della Farnesina che mi mandò la lettera che qui ripropongo
Fu il prof Serra a introdurmi presso la Franco Angeli.
Nel frattempo, grazie ai contatti di Bariéty – spuntò un secondo editore svizzero che dimostrò il suo interesse per la mia tesi
Alla fine la tesi venne tradotta e il libro venne pubblicato nel 1988 dall’editore italiano ed ebbe – nonostante non fossi assolutamente attrezzato a promuoverlo con un ufficio ad hoc – un’eco abbastanza forte sulla stampa locale ma anche nazionale – con una rassegna composta da una ventina di articoli – di cui troverete qualche esempio di seguito:
articolo de Il Sole 24 Ore – 27.11.1988
articolo de Il Messaggero – 2.09.1988
articolo de la Nuova Venezia – 17.11.1988
Il sociologo Sabino Acquaviva scrisse bene del mio libro (“lettura indispensabile”) anche su La Tribuna di Treviso.
articolo de la Nuova Venezia – 17.11.1988
articolo de Il Piccolo – 26.9.1988
articolo de La Stampa – 18.11.88
Da notare che il prof. Serra, oltre a Bariéty (**) cita come mio maestro anche Guillen che aveva usato la mia tesi per il suo articolo su la “Revue d’Histoire diplomatique”. Probabilmente era stato fuorviato dal suo amico Georges Dethan.
Gli altri articoli furono pubblicati su Il Gazzettino, il Corriere di Pordenone, Alto Adige, la Gazzetta di Reggio, Il Trentino, Il Secolo XIX , etc.
(**) oggi professore emeritus alla Sorbona
Tra le tante persone che mi diedero una mano nei contatti per la stesura del libro vi fu anche Indro Montanelli .
Montanelli rifugiatosi in Svizzera nel 1944 lì scrisse vari articoli filo-italiani che lessi nelle mie ricerche al Quai d’Orsay.
Mi permisi anche di scrivergli da Chicago una lettera.
Fu comunque, nonostante il mio tono poco diplomatico, così gentile da rispondermi dalle colonne de Il Giornale Nuovo.
Nel 1990, dopo un percorso iniziato sei anni prima, questa “avventura storica” si concluse felicemente con la terza edizione del mio libro che vendette all’incirca 1’500 copie.
Giuseppe Caprotti, a Parigi, all’ epoca della stesura di “Alto Adige o Sud Tirol?”
Dedica a Giuseppe Caprotti historien (storico) da parte del professor Jacques Barièty (vedi biografia sotto) alla pubblicazione di uno dei suoi libri.
Il mio libro è tuttora indicizzato da Amazon e si trova in vendita usato. Oppure si trova nelle biblioteche, come quella di Trento, l’ultima immagine mi è stata mandata da una lettrice nel 2022