Si calcola che, dal 1950, siano stati prodotti 6 miliardi di rifiuti plastici ma il dramma è che si pensa che raddoppieranno da qui al 2050.
E soprattutto si calcola che, nel 2040 la plastica nei mari sarà talmente tanta che ogni metro di spiaggia ne ospiterà 50 kg. La plastica inquina e contribuisce anche al riscaldamento del pianeta.
In questo contesto ogni anno l’ONP (organizzazione Non Profit) Break Free From Plastic manda i suoi volontari nel mondo (39 paesi esaminati) per pulire spiagge, fiumi, parchi , foreste, strade, etc dalla plastica ed identificare le marche degli scarti .
L’ONP stila poi una classifica delle imprese “campionesse” dell’inquinamento con la plastica e ogni anno Coca-Cola termina in testa di questo elenco non proprio onorifico.
Nell’edizione 2021 Coca – Cola sembra addirittura peggiorare la situazione rispetto alle edizioni passate, con un’incremento degli scarti di plastica del 30% rispetto al 2020.
Quelli della multinazionale di Atlanta sono superiori a quelli di Unilever e Pepsi messi insieme.
Le altre aziende che inquinano con la plastica sono Nestlè, Danone, Philips Morris, Procter and Gamble, Mondelez, Mars e Colgate- Palmolive.
Si attende un cambiamento poichè Coca-Cola ha dichiarato che prenderà delle contromisure.
Ma intanto l’uso della plastica, non diminuisce.
Anzi.
Nel 2019 è aumentato dello 0,6%.
E la plastica riciclata equivale a meno del 2% degli imballaggi di Coca-Cola, Unilever e Pepsi.
Conclusione : produrre inquina, e probabilmente la plastica è un imballaggio molto conveniente.
Il costo del ritiro e del riciclaggio delle bottiglie sembra proibitivo : 27,5 miliardi di €/anno (*), quasi quanto il fatturato della Coca-Cola in un anno.
Capisco quindi che affrontare il tema sia molto difficile (**) ma per Coca-Cola, come nel caso di Ferrero (Ferrero dice : “ti amo Italia”. Io dico “Se è vero dimostramelo”), dico semplicemente che chi inquina deve trovare delle soluzioni e cercare di rendere la propria produzione veramente sostenibile.
Il tempo del “bla, bla, bla” è terminato, la terra non può più aspettare. Ferrero ha dichiarato che sarà sostenibile, a breve, nel 2023.
E gli altri produttori?
Ci saranno criteri comuni a tutti oppure ognuno farà da sè?
p.s. : potremmo rivolgere le stesse domande alla GD, preferiamo sperare le pongano degli amici giornalisti.
(* ) stima WWF.
(**) come è molto difficile affrontare il tema della la lotta all’obesità.
Fonte dati : Le Monde
Redatto il 7 novembre ed aggiornato il 9 dicembre 2021