In un documento firmato da 10 accademici, incluso Andrea Crisanti, si chiede una «operazione verità» sulla gestione della pandemia
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«I sacrifici degli italiani, reclusi per due mesi fra marzo e aprile, sono stati gettati alle ortiche. Noi pensiamo che quello che non è stato fatto fra maggio e ottobre debba assolutamente essere fatto ora».
È l’affondo contenuto in un documento pubblicato da 10 studiosi italiani, per lanciare una «operazione verità» sugli errori che sarebbero stato commessi nella gestione dell’epidemia dalle istituzioni e, in particolare, dal governo Conte. Il testo è sottoscritto da Nicola Casagli, Pierluigi Contucci, Andrea Crisanti (il virologo che ha ideato il «modello Vo’», fra i pochi casi di successo nel contrasto al virus), Paolo Gasparini, Francesco Manfredi, Giovanni Orsina, Luca Ricolfi, Stefano Ruffo, Giuseppe Valditara, Claudio Zucchelli.
Dopo aver evidenziato che il coordinamento e la programmazione delle politiche di tutela della salute erano di competenza di Conte e dei suoi ministri, il documento (pubblicato sui siti della Fondazione Hume, presieduta dal sociologo Ricolfi, e del think tank Lettera 150) analizza i 10 dossier ritenuti strategici:
- tamponi di massa,
- scuole in sicurezza,
- dati epidemiologici accessibili,
- tracciamento,
- assembramenti e sanzioni,
- terapie intensive,
- distanziamento sui mezzi pubblici,
- vaccini antinfluenzali,
- medicina del territorio,
- Covid hotel.


