Questo è il seguito di Ferrero : la politica delle nocciole in Italia e in Turchia
Parto dal principio : Se dici : “ti amo Italia” (campagna attuale sulla Nutella) , devi dimostrarmelo dal campo allo scaffale.
E comunque una visione solo sull’Italia non basta più, visto che Ferrero è una multinazionale.
Mi si è detto : “segui quello che dice la stampa”. Ho quindi fatto parlare un agricoltore, l’unico che ha osato parlare di questo argomento (ma altri , tanti, hanno seguito anche se non nominano Ferrero direttamente..)
Ahmed El Idrissi su LinkedIn:
“… Ferrero non è l’unica Azienda con forti radici sul territorio che trasforma la materia prima: le nocciole.
Quello che vedo in base alla mia piccolissima esperienza (coltivazione a livello di hobby di qualche ettaro di nocciole) è la contrapposizione di interessi tra Industria (grandi aziende, multinazionali) ed agricoltori (aziende piccole o micro).
La domanda è perchè NON SI RIESCE A FARE SISTEMA magari accorciando la filiera ?
Sarebbe bellissimo che i produttori di nocciola tonda Piemonte IGP fossero correttamente remunerati ed orgogliosi di contribuire alla produzione di un PRODOTTO UNICO esportabile in tutto il Mondo o almeno per il mercato italiano !
Impariamo da quello che sta facendo il settore vitivinicolo che negli ultimi 20 anni si è concentrato sulla valorizzazione della qualità oltre che del prezzo.
Ma non è possibile accettare un prezzo delle nocciole attuale inferiore ai 3,00 euro al Kg ! Praticamente lo stesso prezzo al quale vengono acquistate le nocciole turche ! Non possiamo pensare di far sopravvivere le piccole imprese agricole con i sussidi dello Stato ( fino a quando ?)
La cosa bellissima di questo settore, le nocciole, è che vengono pagate al produttore al netto del peso del guscio (è un pò come se io pagassi le arance al netto della buccia, l’altro giorno mi trovo in un noto supermercato e vedo le nocciole Piemonte a 9,80 euro al kg, faccio un salto io le avevo appena vendute a 2,80 al Kg, ero tentato di chiedere al commesso se il prezzo si riferisse al netto del guscio ma poi ho lasciato perdere perchè non avrebbe capito) e poi se faccio biologico e non uso insetticidi vengo ulteriormente penalizzato perchè su tutto il prodotto rovinato dalla cimice subisco una penalizzazione ! E’ incredibile”
Giuseppe Caprotti :
“a 2,80 è sottocosto?”
Ahmed El Idrissi :
“Assolutamente si ! A 2,80 euro moltissimi produttori che io conosco si stanno tenendo il prodotto in casa nella speranza che il prezzo possa salire sotto Natale ! il problema che molti hanno fatto investimenti importanti in macchinari e in prodotti utilizzati per le piante e ..le fatture vanno pagate (almeno per chi è piccolo)”

Ahmed El Idrissi:
“Se vogliamo valorizzare la biodiversità, se vogliamo valorizzare il territorio, se vogliamo valorizzare il prodotto non possiamo pensare di mettere a dimora migliaia di ettari di noccioleti in zone di pianura lungo dei canaloni dove prima veniva coltivato il mais !!
E poi giù di diserbanti, fitofarmaci, concimazione chimica ecc .. e poi il prodotto che si ottiene è più insipido di una patata e ha più il gusto di un arachide che di una nocciola.
Valorizziamo i prodotti che provengono dalle aree in Italia con una vocazione storica, valorizziamo quei produttori che fanno biologico.
Quando vado a fare la spesa su 20 metri lineari di vino, ho il vino in cartone, ma riesco a ritrovare anche nelle cartine che mi parlano di territorio, riesco a ritrovare magari anche il Comune che mi è particolarmente caro, perchè mio nonno era socio di quella cantina, e ricordo anche le vigne che producevano quell’uva. Riusciamo a fare 5 mt lineari con prodotti da forno, creme ecc che mi dicono da dove arrivano quelle nocciole ?
… La mia riflessione è quella della necessità di fare sistema tra produttori, industria dolciaria (intesa sia come laboratori artigianali sia multinazionali), la distribuzione e magari istituzioni per valorizzare la materia prima ossia la nocciola tonda gentile trilobata prodotta nelle Langhe, in alcuni comuni dell’astigiano e dell’alessandrino, attraverso la produzione e la commercializzazione di prodotti con una forte connotazione legata al territorio.
Tutto questo per creare ricchezza in quel territorio, per valorizzare quel territorio, per preservare quel territorio, per far conoscere all’estero quel territorio.
Ma questo è possibile a mio avviso se viene rotta l’equazione prezzo nocciola turca = prezzo della noccciola prodotta a Clavesana per esempio;
E’ necessario evitare che nello stesso prodotto siano contenute nocciole estere e nocciole piemontesi,
l’altro giorno un buyer di un’industria dolciaria si vantava che nel suo prodotto c’era una buona quantità di nocciole delle Langhe,
MA COSA VUOL DIRE ?
E’ come se un produttore di Barolo mi venisse a dire che nella sua bottiglia c’è anche una quota di vino in cartone. ma il resto è barolo”.
Conclusione : perchè Ferrero non prende esempio da Barilla che produce pasta con grano 100% italiano?
Ferrero potrebbe differenziare : prodotti italiani e non.
Leggi anche : Piccoli coricoltori piemontesi sul prezzo della nocciola condizionato da Ferrero o vedi sotto, di seguito.

Per quanto riguarda il rapporto tra l’uomo e l’ambiente consigliamo quanto raccomanda David Attemborough su Netflix (in Our Planet =”Il nostro pianeta”, o ancor meglio in “A life on our planet” ) :
- l’utilizzo energie rinnovabili e il sempre minor utilizzo di energie fossili
- il blocco della deforestazione e l’incremento della produttività agricola (*)
Alcuni spunti :
Agricoltura : prima causa deterioramento degli habitat e delle specie selvatiche nella UE.
A rischio la metà degli habitat naturali del mondo.
Sull’andamento delle grandi marche durante il coronavirus leggi qui .
L’industria alimentare italiana è in controtendenza.
Ma anche : Largo consumo ottimista sul fine anno grazie anche al Covid.
In sostanza il business – che cresce ed è profittevole – è fondamentale ma non è “tutto”.
E in Francia un articolo su “le imprese di fronte alla biodiversità“ viene ormai messo da Le Monde nella sezione ECONOMIA.
Vi si afferma che l’argomento salvataggio della biodiversità, per le imprese, è ormai “imprescindibile” .
(*) “la miglior produttività agricola” sembra un concetto banale ma nei paesi “in via di sviluppo” non lo è affatto: in questi paesi, dove la resa in agricoltura è di solito molto bassa prima si deforesta poi – magari – ci si pone delle domande. Vale anche per i paesi dove Ferrero estrae olio di palma (Malesia ed Indonesia).
Redatto il 22 novembre e aggiornato il 1° gennaio 2021



