Bologna 29 ottobre 2020 – Alla fine si prende atto che Fico Eataly World così com’è non poteva funzionare in una location come Bologna. Giostre o meno.
Secondo rumor raccolti dalla stampa locale, Fico punterà di più sull’intrattenimento, insomma sarà sempre meno parco del cibo italiano e più parco dei divertimenti. Del resto un passo in questa direzione era stato fatto con la costruzione delle giostre di Luna Farm, costate 11 milioni,
Una vera sconfitta per gli ideatori ma è meglio aspettare gli annunci ufficiali per capire quanto, come e in che misura cambierà. Che succederà alle 150 imprese presenti, di cui una quarantina con microfabbriche (Granarolo, Balocco, Grana Padano, Parmigiano reggiano, Baladin, Venchi, Carpigiani)? Rimarranno tutte, secondo contratto, o potranno andar via?
Il cambiamento verrà gestito dal nuovo amministratore delegato Stefano Cigarini, modenese, 48 anni, autore del rilancio di Cinecittà World a Roma. La svolta di Fico verrà illustrata da Cigarini il 2 novembre ai sindacati e il giorno successivo ai dipendenti. Probabilmente ci sarà un biglietto d’ingresso.
Intanto il parco è chiuso a causa dell’emergenza pandemia e non è affatto scontato che il 24 novembre possa riaprire.
Parco in rosso
Fico, ideata da Oscar Farinetti e collocata nell’area del Caab, ha subito pesanti perdite dal lockdown, ma anche il bilancio 2019 si è chiuso in profondo rosso, con una perdita netta di 3,1 milioni, un fatturato calato a 34,3 milioni (dai 42,5 del 2018) e un Margine operativo lordo negativo per 4,34 milioni.
Fico Eataly World è il parco agroalimentare più grande al mondo con 80mila mq coperti, più 20mila all’aperto con 2mila cultivar, una tartufaia e 200 animali.
L’anno scorso i visitatori si sono assestati a poco più di 1,6 milioni. Molto distanti dai 6 milioni previsti. L’analisi dei dati relativi ai visitatori ha mostrato un basso indice di fedeltà, per i quali solo il 7% è venuto a Fico più di una volta. La maggior parte dei clienti persi sono bolognesi che calano del 32%.
e.scarci709@gmail.com



