(volontariamente o involontariamente). Tra le lacune individuate dalla Corte dei Conti Ue, c’è il fatto che la normativa permette l’utilizzo di indicazioni nutrizionali e salutistiche anche su prodotti ad alto contenuto di grassi, zuccheri e/o sale. È sufficiente quindi l’aggiunta di vitamine, minerali, fibre o proteine ad alimenti poco salutari per vantare proprietà benefiche. Questa è una conseguenza dell’assenza di profili nutrizionali per limitare l’uso di tali indicazioni. La normativa originariamente ne prevedeva la definizione e l’entrata in vigore entro il 2009, ma 15 anni dopo ancora non ce n’è traccia. l’Unione Europea non sembra interessata a informare ed educare consumatori e consumatrici: l’UE ha infatti destinato solo 5,5 milioni di euro in campagne di sensibilizzazione sull’etichettatura degli alimenti dal 2021 al 2025
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