Albiate, settembre 2012, aggiornato l’11 marzo 2023. L’insegna attuale della coop di Albiate.
Nel 2012 l’insegna della storica coop bianca di Albiate (v. la seconda parte di questo testo o Esselunga contro Coop), che ha tra i suoi fondatori Bernardo Caprotti , bisnonno dello scrivente, è stata sostituita da quella della rossa Legacoop , aderente a Coop Italia.
Partendo da questo fatto ho ricostruito alcuni aspetti storici riguardanti il mio bisnonno cooperatore, che già all’inizio del ‘900 pensava ad aiutare gli operai dell’azienda di famiglia:
Bernardo Caprotti fù fondatore di ben due cooperative :
“La società di Mutuo Soccorso fra Esercenti Operai e Contadini di Albiate, Triuggio , Sovico e Limitrofi è stata fondata nell’anno 1905 ad iniziativa e mercè l’appoggio morale e materiale delle ditte A. Colombo- fù Cav. Galeazzo Viganò- Bernardo Caprotti di Giuseppe– Giuseppe Brambilla e fu giuridicamente riconosciuta con decreto del Tribunale di Monza in data 23 gennaio 1907“.
“Il 18 gennaio 1920 si costituì a Ponte Albiate la Mutua Cooperativa Consumo, con il preciso scopo di giovare alla economia dei consumatori di Albiate, Triuggio, Sovico, acquistando all’ingrosso per somministrare al minuto generi di Consumo alle migliori condizioni possibili in appositi spacci, con altresì la possibilità di estendere la vendita al pubblico, e il perseguimento di altri scopi utili al miglioramento delle condizioni economiche dei soci.
Tra i soci promotori – e più attivi sostenitori, tanto da intervenire più volte con considerevoli somme per assestare i conti d’esercizio – sedeva anche il mio bisnonno Bernardo 2 Caprotti.
La società è tuttora esistente nella grande distribuzione, con quattro supermercati a marchio Coop”.
La vecchia insegna nel 2011
La nuova insegna nel 2012
Per la Storia della Cooperazione vedi Wikipedia o leggi l’estratto sotto, tratto dall’enciclopedia on- line:
“La Federazione delle Società Cooperative Italiane, nata a Milano dal primo congresso dei cooperatori italiani (1886), assume la denominazione di Lega delle Cooperative durante il 5º congresso, tenutosi a Sampierdarena nel 1893.
Nell’autunno del 1886, la Società di mutuo soccorso Archimede di Milano decise di radunare tutti i cooperatori italiani.
I 100 delegati, in rappresentanza di 248 società e di 70.000 soci, si riunirono in Congresso a Milano, dal 10 al 13 ottobre, per dare vita ad una strutturazione organizzativa che assicurasse lo sviluppo e il coordinamento di un movimento cooperativo assai variegato. Nasce la Federazione nazionale delle cooperative e viene decisa la pubblicazione, dal 1º gennaio 1887, del suo organo ufficiale di stampa “La cooperazione italiana”.
Nel 1893 in occasione del V Congresso nazionale nasce il nuovo Statuto e la denominazione Lega nazionale delle cooperative, col quale si cerca di unire le cooperative di ogni specie in un unico organismo.
All’interno della Lega trovava espressione anche l’altro grande filone di ispirazione della cooperazione italiana: quello cattolico, portatore di una concezione interclassista della cooperazione, imperniata su un forte solidarismo sociale.
Prima della Grande Guerra, la cooperazione aveva già acquisito, grazie anche alla politica giolittiana, una certa solidità economica e quelle caratteristiche che ne avrebbero consentito, dopo il 1918, il rilancio politico ed organizzativo.
Ma tempi difficili erano alle porte: la separazione nel 1919 tra la cooperazione di ispirazione laico-socialista e quella di ispirazione cattolica (con la nascita della Confederazione delle Cooperative Italiane, (1) ) a cui seguirono l’avvento del fascismo (con la devastazione di molte cooperative, lo scioglimento della Lega ed il tentativo di piegare la cooperazione ad un modello economico corporativo) e la Seconda guerra mondiale.
Tuttavia, alla caduta della dittatura fascista, il valore sociale della cooperazione riprende nuovo slancio e trova piena cittadinanza nella Costituzione Repubblicana, la quale così recita all’articolo 45:
“La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità” (2)
A partire dal dopoguerra la cooperazione è riuscita, pure attraverso le difficoltà, a consolidarsi e a crescere, a diventare una presenza diffusa su tutto il territorio nazionale.
La rinascita non riuscì però a realizzarsi su base unitaria, ed oggi le Centrali cooperative sono diverse:
oltre a Legacoop, le principali sono la Confcooperative e l’AGCI.
Peraltro, proprio queste tre Centrali hanno dato vita recentemente all’Alleanza delle Cooperative Italiane, con l’obiettivo di farla diventare una nuova unitaria Associazione di rappresentanza del movimento cooperativo”.
(1) Confederazione d’ispirazione cattolica. E’ proprio in quel momento che viene fondata la coop di Albiate da Bernardo Caprotti
(2) per capirne di più leggi “Esselunga contro Coop”.
Preciso però già qui che bisogna distinguere tra imprese – come la Coop o la Conad e molte altre in tanti settori, dalla produzione agricola (es. : Granarolo) , all’edilizia, le cui regole (leggi : tassazione, ad esempio) andrebbero cambiate – e cooperative sociali, che svolgono appieno il loro ruolo.
Il profilo di Bernardo Caprotti sotto è tratto da “1920- 1995 Settantacinque anni della Cooperativa di Consumo di Albiate e Truggio” . Il fondatore dell’altra impresa tessile del paese, Galeazzo Viganò, il cui figlio viene citato sotto, era stato direttore della Manifattura Caprotti. Bernardo Caprotti era padre di Giuseppe , detto Peppino.