Prima stesura del 25 febbraio 2014. Ultimo aggiornamento del 2 settembre 2022
Luigi Rubinelli ha scritto questo articolo:
Esselunga: cosa dice la busta del notaio Marchetti?
Data: 19/02/2014 Autore: Luigi Rubinelli (PDF in fondo al testo copiato e alla mia conclusione)
Esselunga: cosa dice la busta del notaio Marchetti?
Febbraio 2014.
“Dopo il commiato di Bernardo Caprotti dalle operation di Esselunga nel dicembre dello scorso anno, tutti si interrogano su cosa succederà quando il notaio Carlo Marchetti aprirà la busta con il testamento del fondatore, che disegnerà il futuro del gruppo di Limito di Pioltello (Mi).
Abbiamo provato anche noi a capire l’evoluzione di quel testamento notarile, ma probabilmente per capire il futuro del gruppo avremo bisogno di spingerci ancor di più nel lungo periodo.
La premessa Il gruppo Esselunga ha un valore compreso fa i 4 e i 4,5 mld, stime RetailWatch. È una cifra rilevante. Difficile che un’azienda retail (Tesco, Mercadona, Walmart, Delhaize) abbia una simile forza finanziaria per comprarla da sola. Con ogni probabilità può essere divisa e venduta in parte a seconda della specializzazione, con contratti vincolanti per far rimanere integro il valore dei negozi. Il gruppo Il gruppo è composto da quattro grandi agglomerati:
1. La logistica deve servire i 142 pdv dai tre cedi: Limito di Pioltello (MI) alle porte di Milano, Biandrate (Novara) e uno a Sesto Fiorentino (Firenze). Un altro cedi potrebbe essere aperto nel lungo periodo per far fronte all’ingresso a Roma. Può essere acquistata da aziende specializzate del ramo.
Valore della logistica: 1,5 mld.
2. La produzione: A Limito di Pioltello sono presenti lo stabilimento che gestisce la produzione di gastronomia e il Centro di lavorazione carne. A Biandrate (No) è attivo uno stabilimento specializzato nella lavorazione dei prodotti ittici freschi, con un’area dedicata alla lavorazione del sushi. A Parma si trova lo stabilimento di produzione di pasta fresca e prodotti da forno. Può essere acquistata da produttori o industrie di marca che diventerebbero fornitori e copacker di Esselunga.
Valore della produzione: 350 mio di euro
3. Gli immobili. 84 edifici sono della Villata partecipazioni, altri di Dom su un totale di 143. È un business che potrebbe rimanere agli eredi, quelli citati nella busta del notaio Carlo Marchetti. Quanti sono gli eredi?
Valore degli immobili: 1,2 mld di euro e forse più, quel che conta è la rendita, perché sono affittati a esercizi commerciali con grande produttività al mq.
4. Sede. Tutte le attività direzionali e centralizzate. 1.000 dipendenti impegnati nelle diverse aree aziendali: Acquisti, Marketing e Comunicazione, Logistica, Assicurazione Qualità, Amministrazione, Risorse Umane. Anche questo ramo potrebbe essere scorporato? È il cespite che contiene il brand Esselunga, un gioiello costruito meticolosamente negli anni e riconosciuto da tutti come la fonte del valore del gruppo intero.
Valore: 1,3 mld di euro (forse va rivalutato per il valore del brand)
Le nostre sono considerazioni giornalistiche e valgono in quanto tali. Probabilmente in passato poteva essere allevata una dirigenza familiare. Forse, anche, si sarebbe potuto sperare in un consorzio italiano per far rimanere italiana un’azienda che conta davvero nella filiera agroalimentare, come la business community sa bene. Ma oggi le condizioni economiche e politiche (e anche familiari) sono diverse dai primi anni ’00 e entrambe queste condizioni non ci sono più. Sarà venduto scorporato agli specialisti? Rimarrà integro?
Vedremo come andrà a finire quando l’ultima parola toccherà, come ha detto Bernardo Caprotti, al notaio Carlo Marchetti e alla busta che aprirà”.
p.s. : Carlo Marchetti, figlio di Piergaetano, era il notaio di Bernardo Caprotti.
(vedi video sula mai dichiarzione uscendo dal suo studio, dopo la lettura del testamento).
Forse Luigi Rubinelli si è dimenticato qualcosa…
infatti se si leggono le valutazioni fatte dal Corriere Economia su Amazon, ma anche su Zalando (azienda tedesca in grande crescita..) non si può non pensare che nell’articolo di Rubinelli manchi l’e- commerce di Esselunga, ovverossia Esselunga a Casa…
All’ epoca il Corriere valutava Amazon 3 volte il fatturato ma venendo ai giorni nostri il valore dell’e-commerce è salito :
Ocado, operatore e-commerce britannico, viene valutato 4,91 volte le vendite fonte: Bloomberg dell’ 11 febbraio 2020 :
Considerando che Esselunga a Casa nel 2018 ha fatturato 236 milioni di € ( v. pagina 3 del bilancio 2018 di Supermarkets Italiani.) la divisione e-commerce di Esselunga può valere fino a 1’158 miliardi di € (236 x 4,91).
Ovviamente il covid ha influito molto sulla crescita dell‘e-commerce che, recentemente, ha rallentato la sua crescita.
Di conseguenza Ocado, nel 2022, ha perso il 70% della sua capitalizzazione e ha ormai un Enterprise/value pari a 2.46 (Bloomberg, 2 settembre 2022) , più bassa del 3 o del 4.91 citate sopra.
Rimane il fatto che Esselunga a casa dovrebbe sviluppare un fatturato attuale pari a 420 milioni di €.
Quindi, aggiornando i conti, il valore di Esselunga a Casa scende a 1033,2 miliardi di € (420 x 2.46).
Stiamo confrontando però due entità molto diverse : Ocado fa e-commerce e vende tecnologia , senza fare utili, per ora.
Mentre Esselunga , oltre ad Esselunga a casa, ha un’attività fisica, redditizia, ben definita.
E la divisione di Esselunga, Esselunga a Casa, contrariamente a quanto credono in molti, ha prodotto utili, almeno fino all’arrivo di Amazon.
In merito leggi il mio libro, “Le ossa dei Caprotti”.


