Il titolo originale, poi rimosso dal Corriere ortofrutticolo, è quello sopra. Riporto di seguito anche il titolo rivisto dalla testata.
Ovviamente, come si capisce facilmente leggendo l’articolo, non ho mai “attaccato l’identità delle centrali cooperative”.
GIUSEPPE CAPROTTI ATTACCA L’IDENTITÀ DELLE CENTRALI COOPERATIVE DELLA GDO
Le affermazioni di Caprotti, come riporta anche Alimentando, riguardano un discorso legato al “nanismo” di cui soffre la grande distribuzione italiana nei confronti dei grandi retailer esteri. Una GDO, quella del Belpaese, che non è riuscita a sviluppare una vera e propria internazionalizzazione del proprio sistema.
A tal riguardo, spiega Caprotti, “qualcuno si è avventurato, come Eurospin o come la Coop, che ci ha provato ma è dovuta tornare indietro. Si tratta comunque di episodi sporadici e poco significativi”. In riferimento al ‘nanismo’ della distribuzione italiana rispetto alle multinazionali straniere, Caprotti ricorda come due aziende come Esselunga e GS, avrebbero potuto formare un “campione nazionale” della distribuzione, al pari delle grandi multinazionali straniere. Ma ciò non è avvenuto.
“Abbiamo avuto un’azienda multi-provinciale, multi-regionale, ancora oggi è così, ma è così per tutti. Aziende campioni nazionali non ne conosco”, sottolinea Caprotti. “Ci sono dei marchi, ma i marchi non costituiscono un’azienda, si tratta semplicemente di consorzi. Cosa che i clienti, i consumatori, non sanno”.
Da qui la provocazione. “La lancio qua: Coop non esiste, Conad non esiste.
Non esistono tanti altri consorzi privati [come Vegè e Selex]. Sono nomi di centrali d’acquisto, che è una cosa ben diversa da essere un’azienda unica, con una direzione ben precisa”.



