Redatto il 19 agosto 2021 ed aggiornato il 22 febbraio 2024. L’immagine sopra è presente nel libro Le ossa dei Caprotti.
Ecco il mio discorso alle esequie a Cadrezzate, il 14 agosto 2021:
“Cara Mamma, nel dolore immenso della tua scomparsa, sono contento per due motivi:
- te ne sia andata serena, in un’aura di amore per noi, tuo marito Aldo, i tuoi figli,i nipoti, i parenti e gli amici tutti.
- perchè negli ultimi mesi ho avuto modo di capirti meglio e di riavvicinarmi a te.
Rimarranno sempre in me il tuo spirito libero ed indipendente, la tua immensa forza, la tua voglia di vivere, il tuo senso estetico e della cultura, nonchè il tuo humour, ereditato dalla nonna Luisa (Quintavalle).
Grazie Mamma”.

Giorgina Venosta in gioventù ha lavorato per Giulia Maria Crespi, quando era a capo del Corriere della Sera. Nei suoi archivi, che ho ereditato, esiste una lettera con allegati nella quale Giulia Maria, nel 1974, spiega alla mamma, come venne estromessa dalla guida del quotidiano milanese. Ciò per dire come fossero amiche.
Mia madre ha poi lavorato per il gruppo La Rinascente.
In seguito è stata responsabile della filiale milanese di Christie’s, dove ho avuto modo di lavorare anch’io.
Mia madre ha poi fondato, con due soci, l’impresa Consulenza d’Arte.
E’ stata un’esperta d’arte, specializzata in gemmologia.
Di seguito la lettera del 27 novembre 1981 della signora Edoarda Sanna, detta Dadi, che le fece da mentore in Christie’s:

” Giorgina cara,
è con profonda e commossa gioia che ti accludo il tuo primo stipendio di Dirigente e ancora più felice sarà il giorno in cui tu stessa compilerai e firmerai questo assegno. Abbiamo percorso una lunga e movimentata strada insieme.
Ora professionalmente non ho proprio più nulla da darti, sei pronta da tempo, temprata, matura, un capo che qualsiasi azienda sarebbe fiero di avere e che qualsiasi dipendente non può che stimare e seguire. Ti abbraccio e sono tanto fiera anch’io di te.
Grazie
Dadi“.
All’epoca mia madre aveva 41 anni.
Credo che Dadi, che ho conosciuto, e che era “di famiglia”, avesse lavorato e aiutato mamma anche in Rinascente.
Come si può vedere sotto mia madre ha iniziato a lavorare nel 1964 ed è andata in pensione nel 1998, dopo 35 anni di “onorato servizio”.


Mia madre ha avuto un ruolo molto importante anche nella Fondazione Guido Venosta:
” I fondatori promotori della Fondazione Guido Venosta sono stati: Carla Fossati Bellani Venosta, Fabrizio Du Chene, Stefano Alberti De Mazzeri, Gabriele Fuga, Alberto Falck, Renato Dulbecco, Umberto Veronesi, Giorgio Rumi, Ugo Amaldi, Francesco Garbagnati e Diana Bracco de Silva; insieme alla Pirelli S.p.a., fondatrice onoraria.
Negli anni seguenti la Fondazione è stata poi guidata in particolar modo da Giorgina Venosta (figlia di Guido Venosta e consigliere della Fondazione), Francesco Garbagnati e Francesco Genise.
Senza il loro apporto fondamentale la Fondazione si sarebbe spenta…”.
E’ stata lei che, all’inizio del Covid, mi ha passato il timone della fondazione.
Ma soprattutto è stata “una persona meravigliosa”, come l’ha definita Umberto Allemandi, che ringrazio, con Lorenzo Mauri che me l’ha fatto conoscere.
Era molto amata anche ad Albiate dove ha vissuto fino alla separazione da mio padre.

Sopra : mia madre Giorgina, il sottoscritto e mio nonno Guido Venosta.
“Ma prima di questo successo tenacemente perseguito, Giorgina non ha denaro, e deve vivere. Bellissima e di figura elegante, non poteva non essere notata: e una vecchia, scolorita pagina di giornale ancora del 1964 ce la mostra, a piena pagina, quale mannequin (si definivano così allora, con un eloquente francesismo, le modelle da passerella). Indossa un abito che s’indovina ricco e splendente, e chi finisce di “addobbarla” è il marchese Emilio Pucci, uno dei fondatori della moda “made in Italy” e genio assoluto della creatività, che certo non sceglieva le sue modelle a caso”.
Sotto : mia madre Giorgina Venosta con – alla sua sinistra – Inge Feltrinelli a Villa Nadina (Forte dei Marmi).



