Quella delle personalizzazioni è una tendenza che, nel lungo, con l’utilizzo dei dati (Big Data) potrebbe diventare fondamentale:
Amazon, con le sue continue promozioni mirate, ce lo insegna : compro un libro – o qualsiasi altro articolo – sul suo sito e poco dopo (a volte il giorno stesso) ricevo la segnalazione di una promozione riguardante un prodotto simile a quello appena comprato.
Per spiegare il fenomeno delle personalizzazioni nel retail tradizionale ho imbastito un “Album fotografico” con qualche esempio riguardante poche insegne:
Dylan’s candy (caramelle USA), Amazon con un temporary di biancheria intima Calvin Klein , Nike, Sephora, Whole Foods (tutti a New York), Monoprix (a Parigi), Dean and Deluca (food a New York), Fao Schwarz (giocattoli e dolciumi a New York), Carrefour Market a Citylife, Canal Street (cibo cinese a New York: costruisci la tua scodella…), Petsmart (cibo per animali e servizi personalizzati, sempre a New York) ed Esselunga, dove ho installato la frutta e verdura sfusa (nei lontani anni ’90) , fondato la divisione e-commerce, con Esselunga a casa (dal 2001 in poi) e la consegna della spesa a casa, un vero e proprio servizio taylor-made (cucito su misura).
Ci sono poi Venchi (con i gelati, a Milano), Starbucks da AmazonGo, Staples (articoli per ufficio e servizi) e Pret à Manger (tutti a New York)
Ma anche Migros (a Ginevra, CH) con suo il “caffè royal”, MyAuchan (a Milano) con le sue spremute e soprattutto il Market Lane del Westfield World Trade Center di New York dove ci si possono far personalizzare i piatti presso Green Street (veg), La Cocina mexicana o Il fornaio (pizze).
Vi ho aggiunto il caffè self-service di Albert Hejin (Amsterdam) che – a questo punto – sembra costituire una tendenza (riscontrata negli USA, in Svizzera e nei Paesi Bassi) ma di difficile gestione in Italia.
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Prima stesura : 15 agosto, ultimo aggiornamento :28 settembre 2019. La foto in copertina è di Autogrill



