Abbiamo visto come Walmart faccia fatica ad impiantarsi nel centro delle città. Infatti ha appena dovuto lasciare la piazza di New York.
Questo non le impedirà di cercare di conquistare periferie e campagne degli Stati Uniti.
D’altronde la strategia e il segreto del successo di Sam Walton erano proprio quelli :
impiantarsi in piccole cittadine e fare tabula rasa della concorrenza esistente.
Questa analisi acuta ed interessante di Forbes fà presente come Walmart abbia due grossissimi vantaggi rispetto ad Amazon:
- 4’789 Supercenter (equivalenti a degli ipermercati) negli USA dai quali fare consegne direttamente (1)
- Costi di consegna – grazie a questi centri – più bassi di Amazon (ogni consegna fatta nello stesso giorno costa , al gigante di Seattle, 10,59 $ il che fà sì che molte sue delivery finiscano per essere sottocosto)
La consegna da negozio, per la precisione dal superstore di Monza, era quello che avevamo utilizzato in Esselunga , con l’avvio di Esselunga a casa, nel 2001:
Poi, in Esselunga, sono venuti i centri logistici per due motivi :
a) non tutti i nostri superstore, in un’epoca nella quale il non food andava benissimo, avevano spazio per un magazzino e-commerce.
b) a un certo punto optammo per fare un magazzino fuori dalla nostra zona di servizio abituale, a Genova.
Tornando agli Usa Walmart ha , inoltre, 150 magazzini . Ognuno dei quali ha una superficie superiore ai 100’000 mq..
Amazon ne ha “solo” 110.
I’analista americano dimentica che Amazon dispone di oltre 450 negozi Whole Foods (ma probabilmente molti di loro – situati nei centri delle città -non avrebbero la superficie disponibile per fare e-commerce. Mentre tutti i Walmart che ho vistato personalmente hanno spazi enormi..)

Il risultato è che l’e-commerce di Walmart sta crescendo più di quelllo di Amazon.
Come sta crescendo di più il corso delle azioni del gruppo con sede a Bentonville, Arkansas, da dove era cominciata l’ascesa di Sam Walton.
Anche perchè nella corsa alla consegna gratuita, effettuata il giorno stesso e che ormai tutti gli americani si aspettano, si stima che Amazon spenderà per le consegne più di 11 miliardi di $. Che è una cifra quattro volte superiore a quella spesa da Amazon solo quattro anni fà (v. sempre Forbes)
In conclusione si può affermare che aziende come Carrefour, Auchan, Coop, Esselunga, Casino, Conad, Famila, Iper e altri , che hanno superstore e/o ipermercati , con sovrabbondanza di spazi (1) , potrebbero tranquillamente riconvertirli all’e-commerce.
(2) alla sua apertura il superstore di via Ripamonti aveva il 50% dei suoi spazi dedicati al non food. Una percentuale senza senso oggi.
Molti probabilmente lo stanno già facendo, in Italia e in Europa ma nessuno così sistematicamente come lo sta facendo Walmart, che sta trasformando una debolezza, che sembrava strutturale, in un punto di forza.
Almeno nelle periferie e nelle campagne : il 90% degli americani vive a meno di 15 km. da un negozio Walmart.
E, tra tutte le aziende citate, Esselunga avrebbe dei vantaggi in più derivanti da
- la sua unicità, dichiarata da clienti,fornitori, operatori del settore, consulenti, etc.che fa si che l’azienda di Pioltello non sia raffrontabile ai distributori francesi, olandesi o tedeschi.2.
- la carta Fidaty, perchè Walmart coniuga e-commerce con fidelizzazione, cercando di imitare uno dei loyalty club con una delle più alte retention al mondo, ovverosia Amazon Prime (2).
Ed Esselunga, aveva già 15 anni fà – grazie al programma Fidaty – un tasso di fidelizzazione altissimo.
Ovviamente questa trasformazione non potrà avvenire senza puntare di nuovo sul non food nell’ e-commerce, come era stato all’inizio, in Esselunga , sotto la guida del sottoscritto:
Walmart ma soprattutto Amazon hanno milioni di articoli sulle loro piattaforme .
E questo per i clienti, anche quelli italiani, conta moltissimo (si tratta dello one stop shopping degli ipermercati e dei superstore ma on-line).
Sarebbe interessante di vedere un marketplace italiano. Chissà se un distributore italiano del food ne capirà l’importanza e lo varerà ?
(3) 100 milioni di consumatori nel 2018 (negli Usa : metà delle famiglie) che spendono mediamente 2’486 $, quasi cinque volte più dei non iscritti ( fonte: il libro “Amazon” di Natalia Berg e Miya Knights, Hoepli 2019).

p.s.: Walmart sta, inoltre, sperimentando il sistema automatizzato Alphabot per la gestione del magazzino e la preparazione degli ordini:
“How it works
The technology was developed solely for Walmart by a start-up based in Massachusetts called Alert Innovation. The two have been working together since 2016.
Alphabot itself spans about 8,000 square feet and operates inside a roughly 20,000-square-foot space that looks like a mini warehouse and has been built onto the back of Walmart’s Salem store. It took roughly two years to construct. Walmart isn’t disclosing the cost of this technology or of the construction.
Alphabot uses autonomous carts to retrieve the shelf-stable foods, refrigerated items and frozen goods that people are ordering online. It can hold upward of 20,000 items, Walmart said. And the retailer is stocking its most popular grocery items — like cereals, frozen vegetables and peanut butters — there.
Once the carts have the items they’re looking for, the Alphabot system sends them to designated work stations, where a Walmart employee will then check the items to ensure the order is accurate, bag everything and finish the delivery”
Redatto l’11 gennaio 2020 e aggiornato il 15 gennaio 2020. Sotto: Giuseppe Caprotti alle casse di un Walmart nel 2019



