Iniziati convenzionalmente a Milano con la bomba alla Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana, il 12 dicembre 1969, quegli anni tremendi proseguirono per un decennio in cui tra attentati, stragi, rapine, rapimenti e sparatorie, sigle terroristiche e gruppi eversivi di destra e sinistra, oltre a bande armate di non preciso colore politico ma in ogni caso pericolose (si pensi solo alla milanese Banda Vallanzasca, o a quella romana della Magliana), hanno messo in discussione e minacciato l’istituzione repubblicana, uccidendo e ferendo chi la rappresenta e la difende, dai magistrati ai semplici poliziotti, dai giornalisti ai politici (i quali, peraltro, in un primo momento non la capirono, e arrivarono spesso ad appoggiarne gli eccessi in nome dell’ideologia).
Chi come me ha superato la sessantina ricorda bene slogan, sassaiole, lacrimogeni. Io e mia sorella Violetta, alla fine, in città “giriamo – molto poco – con auto blindate e guardie del corpo, a causa della paura di rapimenti. L’atmosfera è pesante. Ricordo un compleanno mentre sotto casa, in via del Lauro, nel fumo e nell’odore dei fumogeni si affrontano manifestanti e polizia. Oppure ricordo le biglie d’acciaio e i bulloni lanciati contro l’entrata della nostra scuola, il Leone XIII, gestita dai Gesuiti e all’epoca considerata di destra. (…)”. Proprio a scuola un giorno una misteriosa telefonata vorrebbe chiamarmi fuori dalla classe, ma per fortuna non abbocco. Non oso pensare a che sarebbe successo se l’avessi fatto (CAPROTTI, Le ossa dei Caprotti, pp. 97-98).
Papà prende provvedimenti, come tanti all’epoca: ci manda in collegio in Svizzera, a Le Rosey. Magari non sarà l’unico motivo (gli anni Settanta sono anche l’epoca del suo secondo matrimonio e della nascita di nostra sorella Marina), ma certo è uno dei più forti. È un po’ come se ci “mettesse in cassaforte”, come spiega sull’altalena di un ristorante una superba signora Dosio (Jacqueline Bisset) al commissario Santamaria (Marcello Mastroianni), declinando un appuntamento proprio perché doveva portare la figlioletta oltre confine (La donna della domenica, splendido romanzo di Fruttero&Lucentini e splendido film del 1975 con regia di Luigi Comencini e un cast stellare.).
Biblio- e videografia:
RaiCultura. Storia. Gli anni di piombo. L’Italia della Repubblica.
G. CAPROTTI, Le ossa dei Caprotti. Una storia italiana, Milano, 2024