Mi sono sempre chiesto come mai Esselunga fosse anni luce avanti ai competitors, e sentire la storia raccontata da Giuseppe Caprotti mi ha dato delle risposte.
Aldilà delle questioni familiari, il fatto di avere studiato all’estero e di avere fatto gavetta in giro per il mondo per imparare anche dai più bravi, denota una visione che manca in molte aziende italiane (dove invece si tende ad assumere parenti ed amici scarsamente preparati). Dev’essere stato un leader innovatore e al tempo stesso “gentile”.
La storia personale invece è raccontata con pudore e umanità. Mi ha commossa perchè sembra quasi che ci sia una forza invisibile che tende a far ripetere dei pattern dolorosi di generazione in generazione (sarebbe interessante analizzarli dal punto di vista delle costellazioni familiari per “rompere l’incantesimo”). Mi auguro che il libro aiuti in tal senso! Lo leggerò.
Questo commento non recensisce Le ossa dei Caprotti ma il programma di Luca Casadei.



