lo stemma dei guastatori della Folgore. Note di Giuseppe Caprotti
La disputa. Archiviato il reato di “atti persecutori” per il patron di Esselunga. Incriminato il primogenito Giuseppe per “diffamazione a mezzo stampa”.
“Nè stalking nè molestie”, Caprotti vince un nuovo round contro i figli
Nove persone interrogate, tabulati telefonici a tappeto, pure una perizia sulla mascella di un animale spedita per posta, perfino un mese di intercettazioni telefoniche: non si è risparmiata la Procura di Milano per sbrogliare l’intreccio di denunce e controdenunce in casa Esselunga, tra i Caprotti figli (Giuseppe e Violetta) e il fondatore padre (Bernardo). Un dispiego di mezzi che ora sfocia nell’archiviazione del reato di «atti persecutori» che i figli sostenevano di subire dal padre, e nell’incriminazione del figlio per diffamazione a mezzo stampa del padre su due circostanze.
Il contesto è la guerra di carte bollate sul controllo di Esselunga, conclusasi un mese fa in Appello con la conferma del lodo arbitrale del luglio 2012 che ha riconosciuto al capostipite, e non ai figli Giuseppe e Violetta, l’esclusiva titolarità delle azioni. In questa cornice, da fine 2012 Giuseppe Caprotti (con l’avvocato Claudia Shammah) denuncia una persecuzione, a suo avviso riconducibile alla cerchia del padre, fatta di violazioni di domicilio, molestie telefoniche, pedinamenti, furti e danneggiamenti.
Nel 2013 anche la sorella Violetta palesa paura per la propria incolumità, specie per molestie telefoniche e misteriosi eventi come una intrusione in casa in Costa Azzurra, nella quale «riconobbi i metodi tipici del capo della sicurezza di Esselunga, Cutillo».
Costui quattro mesi fa finisce indagato insieme a Bernardo Caprotti, per le ipotesi di reato di stalking e molestie, dopo che l’8 ottobre 2013 il figlio Giuseppe aveva denunciato anche un pedinamento sull’autostrada Milano-Genova: l’indagine del pm Luca Gaglio, infatti, riesce a identificare il conducente della vettura inseguitrice in un soggetto (Salvatore Paternostro) che ha un possibile legame con un investigatore privato, Federico Borio, che a sua volta per motivi di lavoro ha contatti anche con il capo della sicurezza di Esselunga.
La macchina di Salvatore Paternostro, durante le manovre intimidatorie durate un’ora e mezza sulla A7.
Ma se il pedinamento è provato, la Procura archivia Cutillo e Bernardo Caprotti perché rileva che non esistono elementi per sostenere che a idearlo siano stati loro. Al pm sembra peraltro un’iniziativa dell’investigatore privato Borio, il cui interrogatorio si è concluso bruscamente, segno di un possibile problema di false dichiarazioni al pm: ma comunque per legge non avrebbe rilevanza penale un singolo pedinamento che si fosse svolto con manovre non pericolose o non molestatrici.
E il resto delle denunce dei figli? Al vaglio del pm, le telefonate che allarmano Violetta si rivelano chiamate automatiche di call center di prodotti disparati, i prospettati spionaggi illeciti rientrano in legittime attività di monitoraggio informatico dei dipendenti, e a Bernardo nulla riconduce la mascella di animale spedita a Giuseppe o l’incendio di gelsi pregiati.
I gelsi incendiati ad Albiate
Il padre, anzi, controdenunciando Giuseppe con l’avvocato Ermenegildo Costabile, ora ottiene che il figlio sia destinatario di una conclusione d’indagine per averlo diffamato a mezzo stampa attribuendogli la cacciata da casa della madre e l’input di perizie psichiatriche in azienda.
Del resto è stata guerra anche sui media, come lo stesso Giuseppe spiega al pm il 5 giugno: «I miei collaboratori negoziavano con i giornalisti l’uscita di articoli sulla vicenda dei contrasti legali, fornendo materiale e gestendo il testo finale degli articoli (…). E quando ci sarà la decisione finale, certo riprenderò i contatti con la stampa per veicolare i messaggi giusti e tutelarmi» “.
Luigi Ferrarella per “Il Corriere della Sera”, 31 luglio 2014
p.s.: il pm Luca Gaglio è stato stranamente incaricato sia della nostra denuncia per stalking nei confronti di Bernardo che della querela di mio padre nei miei confronti.
Purtroppo non esiste una versione on- line di quest’articolo ma solo un PDF.
Sulle dispute vedi: Tutto su mio padre (l’articolo “incriminato”) ma soprattutto Caprotti Dynasty, segreti e liti
Allego un mio comunicato del 31 luglio 2014 relativo al pezzo di Ferrarella :
Sull’utilizzo dei media si può aggiungere che i carabinieri hanno scritto, che:
“l’utilizzo dei media, peraltro proprio anche della controparte, veicolo di risonanza degli argomenti di una parte piuttosto che dell’altra, sempre nell’ottica della possibilità di riversare l’eventuale “patrimonio” acquisito in termini di, auspicata, credibilità almeno mediatica, nel contenzioso civilistico”.
Ma sembrano non aver preso in considerazione tutta una serie di articoli contro la mia persona, pubblicati, dal 2004 in poi, ben prima della disputa legale (v. Cronaca di una campagna stampa infamante).
L’articolo qui sopra è dell’ottobre 2005 ma la nota integrativa sul “ripristino di quei valori etici…” era nella nota integrativa del bilancio del 2004.
Il Corriere della Sera parla di Stalking “da fine 2012” ma i danneggiamenti contro le mie proprietà e le molestie alla mia persona sono iniziati nel giugno del 2011 (*), prima che iniziasse la disputa legale con Bernardo Caprotti
sopra la prima denuncia per 330 piante danneggiate o estirpate
( * ) con 9 denunce penali prima dell’episodio dei gelsi, avvenuto ad agosto del 2012
Il 1° di agosto, Luigi Ferrarella, in un pezzo sul Corriere, ha ripreso le mie dichiarazioni.
Ha fatto anche presente che Violetta Caprotti ha “sporto denuncia contro ignoti dopo minacce e insulti da numeri sconosciuti”, e che denunce contro ignoti sono state presentate da parte di mio zio Claudio Caprotti per un tentativo di investimento da parte di una macchina italiana, e da parte di mio marito Guillaume Vedovi per diffamazioni e intimidazioni di vario genere”.
Mio padre ha affermato, davanti al pm, a seguito della mia denuncia per il pedinamento avvenuto sulla A7, che :
Massimo Opinio “Cutillo (foto sotto) mi propose, ed io acconsentii, una forma di monitoraggio statico, osservazione semplice dell’abitazione di mio figlio Giuseppe in … (segue : mio indirizzo di casa) …solo per acquisire informazioni e monitorare la situazione..”
Forse voleva anche proteggermi da eventuali malintenzionati.
Ma purtroppo non ci è riuscito, prova ne è che, a fine 2013, ho ricevuto questo materiale, a cui si accenna nell’articolo del Corriere della Sera
La mandibola con tanto di minacce di morte è arrivata come regalo per il mio compleanno…
Per fortuna i miei figli non erano presenti quando ho aperto la busta contenente questo oggetto, con il suo biglietto accompagnatorio che mi hanno ricordato il film Il Padrino
Nel frattempo, nelle notti che vanno dal 1° al 2 agosto e dal 4 al 5 agosto un malintenzionato si è introdotto ben due volte nel mio ristorante a Milano, in viale Pasubio 8
Se la prima volta ha rubato poco più di un centinaio di € (sopra) e ciò ha fatto presupporre l’intrusione di un ladruncolo …
c’è da domandarsi cosa ci facesse lì la seconda notte (v. sopra), visto che il locale era palesemente chiuso per ferie del personale e la cassa era già stata da lui svuotata precedentemente
non è la prima volta che il ristorante riceve simili visite ma la quinta. Senza contare le denunce relative ad altri danni a mie passate strutture.
Infine c’è da domandarsi se il titolo “Caprotti vince un nuovo round contro i figli” sia adeguato:
un padre che “vince” contro i figli nelle aule dei tribunali, senza riuscire ad instaurare con loro un contatto o un minimo di dialogo, nella realtà non ha già perso?
Ma questa è tutta un’altra storia.
prima stesura del 1° agosto 2014. Per completare il quadro leggi : A proposito dell’accordo firmato dalla famiglia Caprotti su Esselunga



