Redatto il 3 agosto 2023, aggiornato il 28 febbraio 2024
E la loro situazione è aggravata da nuove tasse.
In questa situazione è significativo rileggere di cosa si dibatteva qualche mese fa.
Governo e Coldiretti , nel frattempo, hanno preferito occuparsi di carne coltivata, di insetti, di “pasta sulla luna”, etc..
Era più facile che risolvere i problemi reali delle persone.
“Interessante” questa intervista – del 1° agosto 2023 – di Luigi Scordamaglia che – anche se non lo dichiara – è un consulente di Coldiretti.
A Coldiretti avevo proposto , nel 2020, l’istituzione di un’osservatorio dei prezzi in “stile francese”.
Nel frattempo cosa è successo in proposito ad oggi in Italia ?
(a parte un’inchiesta antitrust strumentale sui prezzi,contro la GDO, durante il Covid- 19).
Ismea, citata da Scordamaglia, è considerato un carrozzone incompetente ed abbastanza inutile.
Che senso abbia poi monitorare i prezzi solo del grano e del latte lo sa solo Luigi Scordamaglia.
L’unica cosa interessante e vera che ha detto è che le mucche subiscono il cambiamento climatico.
Intervista (dell’1 agosto 2023)
«Ma non possiamo vendere sottocosto Prezzi, più trasparenza»
di Rita Querzè
Scordamaglia: al tavolo anche i produttori di energia
Mettere d’accordo l’industria della trasformazione, da Federalimentare a Centromarca, con la grande distribuzione sul tipo di freno da mettere ai prezzi si è rivelato più difficile del previsto. Il ministero si è riservato di decidere come procedere. La matassa è ingarbugliata. Tra quelli che avrebbero qualche idea sul come scioglierla c’è Luigi Scordamaglia, presidente di Filiera Italia, un’associazione che proprio in quanto sintesi delle filiere ha visione sulle esigenze dei produttori agricoli come su quelle dei trasformatori industriali. In passato Scordamaglia è stato anche presidente di Federalimentare.
Le associazioni delle imprese di trasformazione si appellano alla concorrenza. Come si può sbloccare la situazione?
«Francamente non vedo nessun problema di concorrenza. È positivo e apprezzabile lo sforzo che il ministro Urso sta facendo per contenere l’inflazione. Bisogna però a mio parere fare una netta distinzione tra i casi in cui i prezzi sono aumentati perché le aziende hanno ampliato i margini e quelli in cui a monte ci sono oggettivi aumenti dei costi di produzione».
Certo. Ma chi va a controllare?
«Bisogna strutturare Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, un ente pubblico, ndr;) affinché sia in grado di fare un’analisi dei costi in tempo reale delle principali filiere».
Non è un compito da poco. Ismea dovrebbe attrezzarsi e questo richiede tempo. Il problema dei prezzi invece è adesso.
«Non è impossibile. Si fa già in Francia e in altri Paesi. Io credo che Ismea possa venire in tempi brevi (!) strutturata per questo ruolo. Si potrebbe partire con un’analisi dei costi di produzione per le filiere del grano e del latte».
Prima di ottobre?
«Sì».
Controlli
Si potrebbe partire con un’analisi dei costi di produzione per le filiere di grano e latte
Cosa si scoprirebbe secondo lei?
«Ci sono situazioni diverse. In agricoltura la siccità aumenta i costi di irrigazione e riduce le rese, per esempio, inoltre gli animali producono meno latte. Dove l’aumento dei costi è oggettivo non si può chiedere di vendere sottocosto. D’altra parte in alcuni casi si potrebbero rilevare margini aumentati, lì si potrebbe intervenire».
Quindi si può intervenire sui prezzi correggendo il mercato?
«Si può favorire la trasparenza nella formazione del prezzo e questo aiuta un buon funzionamento del mercato».
Il governo potrebbe andare avanti facendo un’intesa soltanto con la grande distribuzione…
«Questa scelta mi preoccuperebbe. Le grandi catene hanno un potere contrattuale maggiore e sarebbero in questo caso persino legittimate a imporre listini insostenibili per chi è a monte della filiera. Inoltre le catene potrebbero diminuire i prezzi di alcuni beni nel paniere e compensare aumentandone altri».
Alternative?
«Credo che bisognerebbe dare un peso ai beni nel paniere. Con 90 centesimi di pasta si mettono a tavola cinque persone, una cialda per fare un caffè in casa può costare da sola 40-50 centesimi».
Ismea garantisca le analisi dei costi delle principali filiere. Così si saprebbe chi aumenta i margini
Quindi secondo lei al tavolo andrebbero invitati anche i fornitori di energia?
«Credo proprio di sì. E lo stesso bisognerebbe fare con le banche per i costi di interessi e mutui».
Più allarghi i tavoli di discussione meno decidi : ” i rappresentanti dei produttori (tra cui Federalimentare, Centromarca, Assica e Assolatte) rivendicano la difficoltà di intervenire sulle dinamiche di prezzo degli associati e chiedono la partecipazione al tavolo di confronto di altri attori della filiera: produttori di materie prime, packaging, logistica e società energetiche“.
Mancano solo le banche citate da Scordamaglia e poi “siamo a posto”.
Quindi Coldiretti (= la politica) e Confindustria sembrano non volere i panieri calmierati (*) ed eventuali controlli delle pratiche sleali.
Il che è in contraddizione con queste dichiarazioni : pomodoro Made in Italy parte la raccolta,ma +50% l’import cinese.Coldiretti e Filiera Italia, stop a chi viola diritti umani, rilasciate a proposito di questa terribile vicenda: Naceur è morto nel giorno più caldo dell’estate mentre coglieva le angurie per 1 centesimo al chilo.
D’altronte Coldiretti è contro la carne coltivata ma è pro ogm (una contraddizione palese), cosa ci si poteva quindi aspettare dall’associazione gestita da Prandini in questo frangente, se non “tante belle parole” (contraddittorie)?
Bla, bla, bla.
(*) “L’industria, ha deciso di fare un passo indietro e di non sottoscrivere le condizioni proposte nella bozza del Mimit” . Leggi anche : Francesco Mutti: “Noi non veniamo da anni di extraprofitti, il piano anti-inflazione di Urso fa danni”
Conclusione :
1) pratiche sleali, qualità del cibo che peggiora e sfruttamento sono collegati.
Vi si può aggiungere anche un pizzico di negazionismo climatico, facendolo passare per “difesa dell’economia”.
2) E Coop che vorrebbe un paniere dei prezzi calmierati diverso da quello proposto, ha poi , firmato, poche ore dopo, l’intesa contro l’inflazione proposta e siglata dal ministro Adolfo Urso .
Questa, però, per il momento, sembra molto propagandistica e “fumosa”.
Il ministro ha infatti dichiarato : «Con il paniere calmierato siamo convinti di poter dare un definitivo colpo allʼinflazione riconducendola a livelli naturali», ha sottolineato il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, commentando il protocollo di intesa sul trimestre salva-spesa. «Secondo i dati Ocse – ha continuato Urso – l’inflazione in Italia nell’ultimo mese scende dal 7,6% al 6,4%, con un calo di 1,2 punti percentuali, maggiore a quello registrato nell’area Ocse dove l’indice dei prezzi al consumo si è ridotto in media dello 0,8%. Un trend consolidato proprio grazie all’effetto del costante monitoraggio dei prezzi effettuato dal Mimit».
Come abbiamo evidenziato all’inizio il monitoraggio dei prezzi non è il forte dell’Italia.
Ma soprattutto mancano ai tavoli “dove si decide cosa fare” l’industria alimentare e gli agricoltori, che sono fondamentali per la gestione dei prezzi.
Il rischio è che non solo succeda poco o nulla ma che si perda l’ennesima occasione per arginare le pratiche sleali, leggi in proposito Crisi e prezzo minimo garantito: frutticultore scrive al ministro.
P.S.: ci sono i prezzi di partenza (es. : i prezzi di listino che riceve la GDO) e poi ci sono quelli al pubblico. Il ministro probabilmente si riferisce a questi ultimi ma in Italia non siamo “bravi” a monitorare neanche i quelli.
Di fronte ad una situazione nota – nel 2020 scrivevo: “se va avanti così l’agricoltura rischia di morire e con essa parte del “savoir faire” italico nel food”- ora – nel 2024 – mentre gli agricoltori fanno sentire la loro voce, si può dire che l’unica cosa fatta è stata il carrello anti- inflazione che ha permesso di vendere tanti prodotti a marchio privato.
Ma sicuramente nessuno ha provato a risolvere i problemi del cibo, “dal campo alla tavola”. Un problema politico ma soprattutto economico. Sotto : Ettore Prandini ed il ministro Francesco Lollobrigida.
Il C.R.A (Comitati Riuniti Agricoltori) intervistato:
… E i sindacati come Coldiretti?
I sindacati sono parte del problema. A parole stanno con gli agricoltori ma nei fatti percepiscono milioni di euro, sono foraggiati da una classe politica da anni perversa e parassita.
Perché i sindacati non si uniscono alla protesta?
Perché sono sottomessi ai poteri forti, non ci sono più le organizzazioni sindacali di una volta. In queste ore stanno telefonando ai propri associati per dire di non venire. Ci stanno sabotando….
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