Redatto il 25 febbraio 2022, aggiornato il 19 novembre 2024.
Il Santo è uno dei protagonisti del mio libro, “Le ossa dei Caprotti”.
Titolo originale : San Valerio Protomartire d’Africa
Nei martirologi, libri contenenti le vite e gli atti dei martiri cristiani, la Chiesa ricorda diversi santi di nome Valerio.
Le reliquie conservate nell’omonimo oratorio di Albiate appartengono a un Valerio martirizzato in Africa con San Rufino, all’epoca delle grandi persecuzioni anticristiane (III-IV secolo d.C.), e il cui onomastico è posto, con quello del compagno, al 16 novembre, giorno nel quale , l’oratorio, viene aperto e viene officiata la messa.
Negli anni Sessanta del XVII secolo (1670 ca.) a monsignor Carlo Francesco Airoldi, vescovo di Edessa e nunzio pontificio presso alcuni dei maggiori potentati dell’epoca (tra i quali il Granduca di Toscana e la Repubblica di Venezia) [2] vengono donati dalla Santa Sede, quale segno di distinzione per il suo operato e il suo grado, l’intero corpo di Valerio e diverse reliquie di altri martiri.
Era l’epoca in cui le catacombe romane erano state appena scoperte, e le reliquie dei martiri che vi erano sepolte, fatte oggetto di particolare devozione, erano talmente ricercate da indurre a profanarne le tombe per rubarle, tanto che i pontefici comminarono la scomunica a tutti coloro i quali s’impossessassero dei resti dei martiri senza autorizzazione.
Gli stessi pontefici, però, potevano far dono di reliquie ai prelati benemeriti della Curia, o ai nunzi, o ai laici che si fossero particolarmente distinti nel servizio della Santa Sede. Maggiore era la dimensione della reliquia, maggiore erano l’importanza del dono e, di conseguenza, del donatario [3].
Per accogliere degnamente l’omaggio fatto a lui personalmente e alla sua famiglia, l’Airoldi fece restaurare e ampliare l’oratorio dedicato alla Vergine Immacolata annesso alla proprietà di famiglia ad Albiate (oggi in provincia di Monza), sito dirimpetto all’ingresso della villa residenziale, e lo fece intitolare proprio a San Valerio.
Stemma degli Airoldi
Il documento di donazione dell’importante reliquia – non a tutti si donava un intero corpo! – non è stato ancora rintracciato nell’archivio Airoldi conservato presso Villa San Valerio: può anche darsi sia andato perduto, visto lo stato di precaria conservazione in cui versa l’atto di donazione delle reliquie di altri santi tuttora esposte nell’oratorio [4].
Sigillo in ceralacca
Sul retro della teca in legno e cristallo contenente il corpo di San Valerio sono ben visibili i sigilli in ceralacca con lo stemma del prelato che li appose per garantirne l’autenticità.
Secondo l’araldica attuale potrebbe trattarsi di un protonotaro apostolico, di un prelato d’onore o di un cappellano di Sua Santità. Allo stato attuale è molto difficile individuare con certezza la famiglia di riferimento perché gli stemmi ecclesiali sono spesso stemmi personali e non familiari.
[1] Vedi P.P. Bosca, Martyrologium Mediolanense, Milano, 1695, ad datam. Notizie in breve si possono poi rintracciare sul sito <http://www.santiebeati.it>.
[2] Carlo Francesco Airoldi nacque a Milano nel 1637; fu nunzio apostolico (ossia ambasciatore pontificio) in Fiandra e a Firenze, e nel 1675 fu nominato presso la Repubblica di Venezia. Morì a Milano il 7 aprile 1683 a 46 anni, e fu sepolto in Duomo ai piedi dell’altare della cappella di San Giovanni Buono o di San Michele (dirimpetto a quella della Madonna dell’Albero), ove i suoi resti tuttora si trovano.
[3] Vedi per un riassunto G. Sala, Albiate dal dopoguerra all’inizio del nuovo millennio, edizione a cura di A. Zelioli, Pessano (MI), 2003 [fuori commercio].
[4] Albiate, Villa San Valerio, Airoldi conti di Lecco, Archivio di Casa, Archivio di monsignor Carlo Francesco Airoldi arcivescovo di Edessa, busta 139, fascicolo 248.
Testo a cura di Eleonora Sàita.
Leggi anche :
Breve storia di Villa San Valerio e della cappella attigua, ad Albiate
Il tetto e la facciata sono stati restaurati nel 2010
“La chiesa di San Valerio apre i battenti”
Sul Santo e le ossa dei Caprotti leggi qui.
Sotto : la prima immagine è stata scattata durante la messa officiata da Don Franco il 16 novembre 2024