Per caprire meglio leggi: Salviamo i nostri parchi 2
Segnaliamo questa interessante lettura apparsa in prima pagina sul Corriere della Sera del 10 novembre 2010 :
“Tagliata oltre la metà dei fondi all’Ambiente” di Alessandra Arachi.
IN PRIMA PAGINA
I bilanci sono decisamente disastrati. Sotto la soglia della sopravvivenza. Dal 2008 a oggi, infatti, è stato tagliato quasi un miliardo di euro, circa i due terzi della somma totale a disposizione del ministero dell’Ambiente. Non solo. Da qui al 2013 sono in previsione ulteriori tagli, oltre zoo milioni di euro nel complesso. Sui parchi l’ultimo allarme è stato lanciato ieri, dal ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo: «Dopo i tagli che sono stati fatti ai fondi per i parchi, sarò costretta a chiuderne almeno la metà».
A PAGINA 9
L’Ispra, l’istituto di studio del ministero, non ha più nemmeno le risorse che servivano a pagare il personale Le cifre dell’ambiente In tre anni fondi tagliati di più della metà Perso un miliardo di euro, parchi e ricerche a rischio ROMA — Sui parchi l’ultimo allarme è stato lanciato ieri, con disperazione.
Ma già più e più volte il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo aveva avvisato, cercando di attirare l’attenzione: dopo i tagli che sono stati fatti ai fondi per i parchi, sarò costretta a chiuderne almeno la metà. La verità, tuttavia, è che a dare un’occhiata ai bilanci del dicastero dell’Ambiente usciti dalla manovra economica, si può vedere come i parchi siano soltanto la punta dell’iceberg della disperazione.
I bilanci sono decisamente disastrati. Sotto la soglia della sopravvivenza. Dal 2,008 ad oggi, infatti, è stato tagliato quasi un miliardo di euro, oltre la metà della somma totale a disposizione del ministero dell’Ambiente. Non solo.
Da qui al 2013 sono in previsione ulteriori tagli, oltre 200 milioni di euro nel complesso. Per capire meglio: si è partiti nel 2008 da un miliardo e 649 milioni si è arrivati oggi a 738 milioni, si punta al 2013 ad un cachet di poco più di 5oo milioni. TradotLe aree protette In un anno, dai 57 milioni di euro a disposizione si è tagliato quasi il 40% arrivando a 35 milioni *** to: in certi casi non si riesce neanche a pagare le bollette. Il taglio per il 2011 riguarda diverse voci. Come nel caso dei parchi, sicuramente.
Dai 57 milioni di euro a disposizione si è tagliato quasi il 40% arrivando a 35 milioni. I conti sono facili: oltre 29 milioni di euro servono solamente per pagare gli stipendi. Rimangono 7 milioni per tutto. E tutte le bollette non si pagano di certo. Andando avanti a sbirciare il bilancio, la situazione non è certo più rosea. Avete presente l’Ispra? L’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale?
Quello che si occupa un po’ di tutto quanto avviene nel nostro Paese in tema di ambiente dal punto di vista scientifico, dal capodoglio che si spiaggia al fiume che esonda? Anche per l’Ispra vale il discorso dei parchi: i tagli dei fondi lo portano sotto la soglia di sopravvivenza. Già prima si barcamenava al limite con 87 milioni di euro, di cui 8o andavano tutti a coprire le spese del personale. Ora di milioni gliene sono rimasti solamente 79 e, oltre a non pagare gli stipendi, l’Ispra deve dire addio anche a tutte le convenzioni esterne. Quelle che, alla fine, permettevano di operare più di tutti sul nostro territorio. Arrivati alla voce dei Fondi Fas (Fondi aree sottosviluppate), bisogna guardarla e riguardarla più volte per credere alle cifre scritte. In bilancio sono rimasti solamente i goo milioni di euro per il disastro idrogeologico, tagliati comunque di oltre il 20%. Niente altro. Le bonifiche? C’erano a disposizione 3 miliardi di euro in questa voce. Ora? Zero. Non c’è nemmeno un centesimo. Tradotto, semplicemente: lo Stato non può più pagare bonifiche. Punto.
Azzerate anche le risorse per il progetto della Valle del Po (18o milioni) e tutto quello che riguarda le risorse naturali e culturali per lo sviluppo (265 milioni). E le sorprese non sono finite. Con questi tagli entro due anni viene messa a rischio qualsiasi attività di controllo e di intervento in mare. Adesso, infatti, sta per entrare in attività il contratto di Castalia, la società preposta a questi controlli. Ma una volta terminato questo i fondi rimasti non Iasceranno spazio ad altri contratti. C’erano, infatti, 23 milioni di euro alla voce di monitoraggio marino costiero. Nel 2011 ce ne saranno 16 milioni. E anche in questo caso: stipendi, bollette, spese correnti. La sopravvivenza non viene garantita. II ministero dell’Ambiente, insomma, potrebbe anche chiudere i battenti.
Alessandra Arachi
In sintesi le cifre a disposizione del ministero dell’Ambiente dovrebbero passare da 1’649 mio. di € nel 2008 a 738 mio di € nel 2010, per attestarsi a 526 mio. di € nel 2013.
Per dare un raffronto, sommando i costi della Presidenza della Repubblica (indennità e dotazione) con quelli del Senato (solo spese correnti) e della Camera (idem come sopra) si arrivava, nel 2006 ( fonte “La Casta” di G.A. Stella e S. Rizzo, maggio 2007), a 1’668 mio. di €.
Viene da domandarsi se anche queste spese, legate alla politica, nel frattempo siano state tagliate.
Comunque, tornando all’Ambiente, ricordiamo alcune cifre riportate da Bertelli sul Corriere e pubblicate su questo sito il 3 agosto 2010 : il turismo in Italia rappresenta il 12% del PIL, un flusso di 43 mio. di turisti/anno e 130’000 strutture ricettive.
Questo settore è a rischio: i problemi ambientali costituiscono una minaccia per il nostro territorio e gli eventuali danni d’immagine all’estero toccano tutto il Paese, non solo il Sud o i nostri Parchi. Tutto ciò è dimostrato anche dallo studio di Future Brand riportato da Il sole 24 ore e che qui di seguito proponiamo
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In conclusione,ricollegandoci alla nostra iscrizione all’I.S.D.E., evidenziamo due dati:
il primo è che tagliando del 30% le emissioni di CO2 l’Italia potrebbe tranquillamente risparmiare 3,4 miliardi di € all’anno in spesa sanitaria (fonte: Il Sole 24 ore il 13 novembre).
Il secondo è stato reso noto il 14 novembre c.m. dall’OMS : il diabete miete 4 milioni di vite all’anno con 300 milioni di persone malate nel mondo. In Italia ci sono 5 mio. di malati, pari al 5% della popolazione (erano il 2,5% negli anni ’70). L’OMS ha definito il diabete un’epidemia che toccherà 438 mio. di persone nel 2030 per una spesa sanitaria di 490 mio. di $ contro i 376 attuali. Se la passano male anche i paesi asiatici dove sono penetrate le abitudini alimentari occidentali peggiori, basate sul cibo spazzatura a buon mercato. Un esempio è la Cina, primo paese al mondo per numero di diabetici (92 mio.), seguito dall’India (50 mio.).
Crediamo quindi:
1) che esista una forte correlazione tra salute, economia, cibo e ambiente
2) che la salvaguardia dei fondi per l’Ambiente riguardi tutti noi e non solo il ministero di competenza,


