prima stesura del 24 luglio 2014, ultimo aggiornamento del 6 novembre 2015
Tripadvisor produce “bufale”?
Da quel che sappiamo, v. Come funziona TripAdvisor? e TripAdvisor o Bufala Bill? E l’Antitrust indaga… sembrerebbe proprio di sì ma purtroppo il Tar del Lazio ha ribaltato la sentenza dell’Antitrust.
Durissima la posizione di Federalberghi , secondo la quale , questa decisione conferma “l’esistenza di un serio problema, in relazione al quale TripAdvisor, all’ombra di una legislazione lacunosa, continua inspiegabilmente a rifiutarsi di apportare correttivi, che con un minimo sforzo migliorerebbero di molto l’affidabilità del ‘gufo’…”
“L’Antitrust multa TripAdvisor: mezzo milione di euro per le recensioni scorrette
Secondo l’Autorità viene “enfatizzato il carattere autentico e genuino dei giudizi”. I consumatori sono così tratti in inganno: credono che le informazioni siano sempre espressione di reali esperienze turistiche. Tre mesi di tempo per adeguarsi
MILANO – Stangata dell’Antitrust ai danni di TripAdvisor (il titolo al Nasdaq), il celebre portale che raccoglie le recensioni degli utenti su alberghi, ristoranti e attività turistiche. Secondo l’Autorità è reo di pratica commerciale scorretta in relazione alle sue recensioni: dovrà pagare 500mila euro perché, nel pubblicizzare la propria attività, “enfatizza il carattere autentico e genuino delle recensioni, inducendo così i consumatori a ritenere che le informazioni siano sempre attendibili, espressione di reali esperienze turistiche”.
L’indagine dell’Antitrust parte da una segnalazione dell’Unione Nazionale Consumatori, di Federalberghi e di alcuni consumatori: l’Autorità guidata da Giovanni Pitruzzella ha accertato la scorrettezza della pratica commerciale realizzata, a partire da settembre 2011 e tuttora in corso, da parte della controllante statunitensei (TripAdvisor LLC) e da TripAdvisor Italy.
“Con questo provvedimento – si legge nella nota – l’Antitrust ha vietato la diffusione e la continuazione di una pratica commerciale consistente nella diffusione di informazioni ingannevoli sulle fonti delle recensioni, pubblicate sulla banca dati telematica degli operatori, adottando strumenti e procedure di controllo inadeguati a contrastare il fenomeno delle false recensioni”.
A giudizio dell’Autorità, le condotte contestate violano alcuni articoli del Codice del Consumo, “risultando idonee a indurre in errore una vasta platea di consumatori in ordine alla natura e alle caratteristiche principali del prodotto e ad alterarne il comportamento economico”.
L’intervento dell’Antitrust punta a evitare che i consumatori facciano le proprie scelte economiche, in ordine ai servizi resi dalle strutture turistiche ricercate sul sito, basandosi anche su informazioni pubblicitarie non rispondenti al vero. Entro 90 giorni le due società dovranno comunicare le iniziative assunte per ottemperare al divieto di ulteriore diffusione e continuazione della pratica commerciale scorretta. La sanzione amministrativa dovrà essere pagata entro 30 giorni dalla notifica del provvedimento”.
22 dicembre 2014
ma non è finita perchè
TripAdvisor, il Tar annulla la multa da mezzo milione sulle recensioni tendenziose
Il giudice amministrativo ribalta la decisione dell’Antitrust: “Non ha mai asserito che tutte le recensioni sono vere, richiamando anzi l’impossibilità di controllo capillare e invitando a considerare le ‘tendenze’ delle recensioni e non i singoli apporti”
MILANO – Multa da 500mila euro annullata per Tripadvisor, il portale web di viaggi che pubblica recensioni di utenti riguardo hotel, ristoranti e attrazioni turistiche; proprio quei giudizi erano finiti nel mirino dell’Antitrust. Ma oggi il il Tar del Lazio ha ribaltato la visione dei fatti, in una sentenza con la quale ha accolto due ricorsi amministrativi proposti da Tripadvisor Italy e Tripadvisor LLC. “Tripadvisor – si legge nella sentenza – non ha mai asserito che tutte le recensioni sono vere, richiamando anzi l’impossibilità di controllo capillare e invitando a considerare le ‘tendenze’ delle recensioni e non i singoli apporti”.
In seguito ad alcune segnalazioni pervenute e da informazioni acquisite d’ufficio sul sito internet www.tripadvisor.it, l’Antitrust ritenne di aver riscontrato la diffusione di informazioni ingannevoli sulle recensioni presenti nel sito. All’esito sanzionò le due società, in solido, per complessivi 500mila euro. Per il Tar le ricorrenti “hanno depositato in giudizio sufficienti elementi, desumibili da una perizia tecnica, da cui dedurre che esiste un approfondito sistema di controllo concentrato sulle sofisticazioni organizzate a scopo economico, le uniche in grado, in quanto organizzate, di influire sulla media del punteggio relativo alla singola struttura”.
Alla fine “non si rileva alcun messaggio ingannevole, in quanto Tripadvisor esplicitamente nel sito evidenzia che non è in grado di verificare i fatti (e quindi la veridicità o meno) delle recensioni, che queste costituiscono mere opinioni degli utenti e che l’affidabilità del messaggio deriva dall’esame di un numero elevato di recensioni per la stessa struttura”, e “non essendo possibile verificare i fatti riconducibili ai milioni di recensioni, non si comprende quale nocumento per il consumatore abbia rilevato l’Autorità nelle sua valutazioni conclusive”. L’effetto è la riunione dei due ricorsi proposti e l’annullamento del provvedimento sanzionatorio.
Per Federalberghi, oggi la sentenza conferma “l’esistenza di un serio problema, in relazione al quale TripAdvisor, all’ombra di una legislazione lacunosa, continua inspiegabilmente a rifiutarsi di apportare correttivi, che con un minimo sforzo migliorerebbero di molto l’affidabilità del ‘gufo’.
Ne è prova l’ennesimo caso eclatante registrato pochi giorni fa, in cui un ristorante in provincia di Brescia, ma nei fatti inesistente, ha scalato le vette della classifica raggiungendo in un mese il primo posto grazie ad una decina di recensioni taroccate. Questa vicenda ha tuttavia il merito di aver rivolto al pubblico un messaggio forte e chiaro: l’invito esplicito a non prendere per oro colato tutto ciò che circola in rete, che purtroppo viene spesso inquinato da furbetti e mascalzoni che si nascondono dietro lo schermo dell’anonimato”.
Non si è fatta attendere la risposta della società. “Siamo estremamente soddisfatti che il TAR del Lazio abbia ribaltato la decisione dell’Autorità Antitrust confermando ciò che abbiamo sempre saputo: TripAdvisor rappresenta una risorsa affidabile e preziosa, non contiene alcun messaggio ingannevole rispetto alla fonte delle recensioni e i processi che TripAdvisor utilizza per mantenere l’integrità dei contenuti sono molto efficaci. Abbiamo fatto appello contro la decisione dell’Autorità Antitrust perché pensavamo fosse irragionevole ed eravamo in forte disaccordo con il suo contenuto. Il TAR del Lazio ha confermato che la decisione dell’Antitrust era assolutamente infondata e di conseguenza ha riconosciuto la validità degli strumenti migliori del settore adottati da TripAdvisor per proteggere il nostro sito dalle frodi. Milioni di persone utilizzano TripAdvisor ogni giorno per trovare aiuto nel prendere le migliori decisioni per le prenotazioni di viaggio ed essere sicuri di ricavare il miglior valore possibile da quanto guadagnato con fatica. Questa è sia una vittoria per i consumatori sia una conferma dell’impegno di TripAdvisor nell’aiutare a democratizzare l’industria del turismo”.
Il Tar lascia quindi intatta la situazione “da Far West”, già evidenziata in :
TripAdvisor o Bufala Bill? E l’Antitrust indaga…
e, seguendo il filo di Federalberghi, non prende in considerazione il fatto che la maggioranza delle strutture non ricevano migliaia di recensioni ma poche decine.
In quel caso , quando le recensioni sono poche e palesemente false, il locale diventa famoso o viene stroncato da pochi ignoti, amici o concorrenti, a seconda della situazione manipolatoria.
Tra l’altro Tripadvisor sembra fare anche dell’ironia su un “sistema” che ha contribuito a creare:
recentemente ha annunciato che la media delle recensioni italiane è al di sopra di quelle europee ed è salita da 3,99 a 4,23.
Con il sistema delle recensioni “amiche” tutto ciò è assolutamente possibile ma dà fastidio che l’ente che dovrebbe controllarle e non lo fa , e cioè Tripadvisor, si prenda beffe dei consumatori.
Ma per capire ancora meglio come Tripadvisor NON funzioni basta guardare le recensioni dei ristoranti di una provincia, a caso.
A Lecco, ad esempio, il primo ristorante ha 164 recensioni ma il secondo solo 29 :
anche chi non ha studiato Statistica all’Università può capire che il giudizio finale sui due ristoranti sia falsato dal numero completamente diverso di recensioni.
e questo non è un caso isolato, tutta la “classifica” è impostata così, in una maniera totalmente inaffidabile:
il terzo ristorante di Lecco ha solo 36 recensioni, contro le 158 del quart0
E’ molto probabile che la combinazione della mala gestione di Tripadvisor con la decisione – incomprensibile – del Tar del Lazio porti le vicende legate alle recensioni on – line ad altri strascichi giudiziari.
E perchè un locale viene “consigliato” (*) da Tripadvisor?
( * ) e molti altri no…
Forse perchè partecipa – a pagamento – al circuito di The Fork che appartiene a Tripadvisor?
Gli sconti di Tripadvisor assomigliano molto a quelli del venditore di coupon (= buoni sconto) Groupon…
E come si ottiene un “certificato di eccellenza”, visto che Tripadvisor non è in grado di gestire le normali recensioni?
Esistono i locali che hanno 4 palle e non hanno il “certificato di eccellenza” e altri invece ce l’hanno,
perchè?
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