In proiezione quest’anno, negli Stai Uniti, chiuderanno 25’000 negozi, food e non food, contro i 9’832 chiusi del 2019.
Per il momento, ad oggi, nel 2020 ne sono stati chiusi 5’354, in maggioranza grandi magazzini, negozi che vendono tessile e specialisti .
Si prevede quindi un secondo semestre molto peggiore del primo.
- Nel non food hanno chiuso 169 JCPenney, 42 Macy’s, 20 Sears, 16 Nordstrom, 45 Office Depot (specialista di articoli per ufficio e servizi).
E anche parecchie farmacie : 92 Walgreens (di The Walgreens Boots Aliiance, presente anche a Milano) e 25 CVS. La lista completa la trovate sul Wall Street Journal.
Poi nel grandi magazzini e/o nel tessile ci sono anche Pier Import, Levi’s, Books Brothers e molti altri ancora.
Sotto : un negozio Nordstrom a New York.

- Ci sono state anche 3’351 aperture. In gran maggioranza di discount food.
Hanno aperto 979 Dollar General 307 Dollar Tree, 175 Aldi, 140 Family Dollar, 100 Sephora (unica eccezione poichè si tratta di negozi di prodotti di bellezza), 50 TJX (discount non food), 38 Target (azienda di food e non food, visitata a Seattle nel 2016). La lista completa la trovate sul Wall Street Journal.
Dollar General, Dollar Tree, Family Dollar : sono dollar stores ( = “tutto a”, discount food e non food), il fenomeno emergente di qualche anno fà che approfitta del clima sociale creato dal covid per espandersi ulteriormente.
E sul fatturato progressivo al 12 di luglio i discount e i dollar stores avrebbero un’ incremento superiore al 15% rispetto all’anno passato :
“Grocery spending is up about 10% at grocers and big-box stores, as of the week ended July 12 compared with the same period a year ago, according market research firm IRI. At value chains, such as Aldi and Dollar General, it’s even higher — closer to 15% to 20% year over year, according to the firm’s analysis”. Progressive Grocer.
Sotto un dollar store a Chicago.

- Oltre alla crescita dei discount da segnalare l’omnicanalità di Walmart che copre i 3/4 del paese e che consegna ormai in due ore.
- Conclusione : bisogna partire dal presupposto che la GD “tradizionale” è presa tra l’incudine discount e il , il martello Amazon. E che, poi, ci sono gli specialisti.
Lo dicevo da tempo e Mario Gasbarrino riafferma il principio, ora.

Partendo da questi presupposti le tendenze sono : omnicanalità e negozi più piccoli (possibilmente con costi e prezzi bassi. Marca privata che differenzia la catena).
L’ho detto in altri articoli (“non c’è niente da inventare, il futuro è già qui”).
Lo ridico con altre parole, aggiungendo che Aldi USA, non solo, ha rinnovato la sua rete, ma punta :
-ad avere 2500 negozi negli USA per il 2022 (Walmart ne ha più di 5000, Amazon meno di 500) togliendo a Kroger il terzo posto come distributore operante negli USA, dopo Walmart e Amazon.
-a coprire 600 negozi entro questo luglio con un e-commerce diretto (non più Instacart, che è un intermediario che da un servizio, come Supermercato24, per dare un esempio). Una volta partito il suo e-commerce, Aldi lo vorrà sicuramente estendere a tutta la sua rete. CNBC
- Quanto si prospetta negli USA (omnicanalità, discount che fanno e-commerce) avverrà, secondo me, anche in Italia. Da notare infatti che sia Aldi che Lidl si stanno muovendo per fare e-commerce anche in Europa. Aldi fà anche delivery (consegne di pasti a domicilio) in Gran Bretagna (con Deliveroo che è partecipata da Amazon).
Per i piani sviluppo di Aldi in Italia leggi qui.
Enrico Pandian mi segnala invece che Lidl in Italia ha attivato l’e-commerce.
Sotto un Aldi che ho visitato nel 2019 (Centro commerciale East River Plaza- New York ) e che usava Instacart.
Grazie a Fabrizio Calenzo e Marco Liera



