Da buon ex buyer non food non posso non rimanere affascinato da quel che sta succedendo nel comparto dei giochi video. Innanzitutto questi sono o verranno proposti in streaming: si parla di “fine dell’era delle consoles vendute a più di 100 milioni di esemplari, come la Playstation 2 o la Nintendo DS negli anni 2000”. Poi ci stanno entrando “tutti”: Google (con Stadia), Sony, Micrososft, Amazon (con Twitch) e Apple, puntando ad un mercato potenziale di 2 miliardi di persone e che oggi esprime un fatturato pari a 140 miliardi di $ (mentre l’indotto vale 3,5 miliardi di $).
Gli esperti del settore dicono che non si tratta di giochi ma di un “new media“, dove i ricavi potranno arrivare da abbonamenti ma anche da pubblicità.
E le aziende prendono come benchmark Fortnite che avrebbe 250 milioni di sottoscrittori. Il gioco, con il DJ Marshmello, ha attirato 10,7 mio. di utenti a febbraio 2019 e l’attenzione delle grandi aziende che, con Netflix e Spotify, hanno definitivamente dematerializzato il mercato dell’entertainement, togliendo fatturato e potere alla distribuzione fisica (negozi specializzati, negozi di elettronica e GD).
Fonti: Le Monde del 21 Marzo 2019 e Financial Times del 24 Marzo 2019
Sotto trovate l’immagine di un’ era ormai lontana (*) : la prima private label non food ovverosia la videocassetta a marchio privato Esselunga, (con un paio di calze da donna).
(*) ancora senza dematerializzazione (c’erano i DVD, i CD, etc) , e-commerce e discount.



